Il tanto atteso incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente americano Joe Biden si avvicina. Xi Jinping è giunto a San Francisco, dove parteciperà al vertice Cina-Stati Uniti e al 30esimo incontro dei leader dell’APEC, come riportato da Xinhua. Accompagnano Xi il ministro degli Esteri, Wang Yi, e il membro del Comitato permanente dell’Ufficio politico centrale del Partito Comunista Cinese, Cai Qi.
Joe Biden aveva anticipato il suo interesse per l’incontro con Xi Jinping, definendolo come un’occasione costruttiva. Sarà il primo e unico bilaterale tra Xi Jinping e Joe Biden da quando sono entrambi presidenti. La conferma dell’incontro è giunta dopo le preparazioni svolte a Washington da Antony Blinken, segretario di Stato degli Stati Uniti, e Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, in vista di questo vertice di alto livello.
Il dialogo tra i due leader, secondo la portavoce della Casa Bianca, sarà impegnativo ma cruciale, mantenendosi in un contesto in cui la politica nei confronti della Cina rimane caratterizzata da una “competizione intensa”, sinonimo di “intensa diplomazia”.
L’agenda è densa e prevede dibattiti su questioni di portata globale, che spaziano dalla guerra tra Israele e Hamas all’invasione russa in Ucraina, dai legami della Corea del Nord con Mosca a Taiwan, dai diritti umani al fentanyl, all’intelligenza artificiale, e alle relazioni commerciali ed economiche. Ovviamente i riflettori sono puntati soprattutto sulle questioni geopolitiche.
Il ruolo chiave della Cina nella guerra in Medioriente
L’attenzione degli Stati Uniti si è concentrata su Pechino, cercando di risolvere le tensioni, specialmente considerando l’attuale conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Gli USA sperano che la Cina utilizzi la propria influenza sull’Iran per dissuaderlo da una guerra e prevenire un conflitto regionale.
Biden e Xi si sono incontrati per l’ultima volta nel novembre dello scorso anno durante il G20 a Bali. In quell’occasione, concordarono di mantenere contatti regolari dopo anni di deterioramento delle relazioni bilaterali a causa di questioni come la guerra commerciale, la situazione a Taiwan e le tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Tuttavia, questi sforzi sono stati compromessi a febbraio quando Washington ha accusato Pechino di aver inviato un pallone spia cinese nello spazio aereo statunitense.
Le altre questioni militari
Sempre sul fronte militare, non si può non ricordare come, dall’agosto del 2022, il meccanismo di dialogo Cina-USA sia stato interrotto come atto di ritorsione da parte di Pechino in risposta alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Questo vuoto rappresenta una situazione estremamente pericolosa, specialmente considerando la possibilità di incidenti nelle numerose aree di tensione. La mancanza di comunicazione in materia di difesa renderebbe particolarmente complessa la gestione di eventuali situazioni critiche, che sono state rischiate più volte nell’ultimo anno. Questi rischi non sono limitati solo ai passaggi nello Stretto di Taiwan ma coinvolgono anche collisioni tra jet e navi nelle acque del Mar Cinese Meridionale.
Il risultato chiave che potrebbe emergere dall’incontro a San Francisco è la riapertura di alcuni canali militari, dato che entrambe le parti hanno mostrato segnali di disponibilità. Il Pentagono ha inviato una delegazione al Forum Xiangshan di Pechino nell’ottobre scorso, il più importante appuntamento multilaterale sulla difesa ospitato dalla Cina. La partecipazione è stata agevolata dalla rimozione del ministro della Difesa cinese Li Shangfu, sanzionato dagli Stati Uniti dal 2018 per l’acquisto di armi dalla Russia. La mancata revoca delle sanzioni era stata precedentemente utilizzata da Pechino come pretesto per il rifiuto di riaprire i canali di comunicazione nel settore militare. Lo stesso Li aveva declinato l’invito a parlare con Lloyd Austin allo Shangri-La Dialogue di Singapore lo scorso giugno.
I segnali sull’economia
Oltre alla rilevanza geopolitica, il vertice tra Joe Biden e Xi Jinping potrebbe avere un impatto significativo nella lotta degli Stati Uniti contro l’epidemia di fentanyl, una droga potentissima. Secondo fonti informate, potrebbe essere annunciato un accordo in cui la Cina si impegna a stringere i controlli sulla produzione ed esportazione di questo oppiaceo sintetico.
La recente imposizione di sanzioni da parte dell’amministrazione Biden a società e individui cinesi collegati alla produzione e distribuzione di fentanyl evidenzia l’impegno degli Stati Uniti in questa lotta. L’accordo in discussione rappresenterebbe una vittoria per Biden, che ha posto la lotta contro gli oppiacei sintetici come una delle priorità della sua amministrazione in vista delle elezioni del 2024. Resta da vedere la reazione ufficiale all’accordo, ma il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ha espresso ottimismo riguardo ai progressi su questa questione nella settimana in corso.
Proprio a meno di un anno di distanza dalle elezioni americane, per Biden è cruciale dimostrare la capacità di gestire il rapporto con la Cina, specialmente dopo le accuse dei repubblicani di aver fallito nel gestire la situazione con la Russia, contribuendo all’invasione dell’Ucraina.
Dall’altra parte, Xi Jinping si concentra principalmente sul fronte economico. La Cina ha appena registrato il suo primo trimestre con un deficit negli investimenti diretti esteri, evidenziando la pressione derivante dal deflusso di capitali provenienti dai governi occidentali. Secondo osservatori autorevoli cinesi, come Wang Xiangwei, “il rischio è che questo flusso si trasformi in un vero e proprio fiume, a meno che il governo non adotti misure immediate e sostanziali per ristabilire la fiducia”. La gestione di disaccordi con gli Stati Uniti potrebbe diventare un modo efficace per riguadagnare fiducia, creando un ambiente meno soggetto a rischi e turbolenze per le imprese cinesi.