Pechino – Dopo aver colpito Wukan, le proteste sembrano allargarsi. Questa volta protagonista è una città più grande (130.000 abitanti), Haimen. Le foto sul web mostrano gli scontri tra i manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa. Circa 30.000 persone avrebbero partecipato alla proteste.
Le forze dell’ordine avrebbero utilizzato lacrimogeni per disperdere i manifestanti che erano riusciti ad occupare alcuni uffici governativi della città.
Le prime indiscrezioni parlano di un morto, un quindicenne, mentre diversi sarebbero i feriti a seguito degli scontri con la polizia.
Diverse le cause tra la protesta di Wukan e Haimen, ma entrambe si trovano nella provincia del Guangdong.
Nella prima rivolte scatenate dalla corruzione dell’amministrazione locale, con la gente che accusa le autorità per l’esproprio coatto di terreni agricoli al fine di costruire case ed edifici. Nella seconda si richiede lo smantellamento di una fabbrica alimentata a carbone, considerata dagli abitanti molto dannosa per la salute.
Intanto da Wukan i leader della protesta fanno sapere che incontreranno alcuni esponenti del governo per avanzare le proprie richieste che, se soddisfatte, potrebbero portare all’annullamento della marcia organizzata verso gli uffici governativi di Lufeng.
Tre le richieste: vengano rimosse le barricate attorno la città (con il dispiegamento di polizia che controlla, e talvolta impedisce il flusso di persone, taglia la comunicazione internet ed impedisce l’ingresso di alimenti), si apra un’indagine sull’accusa di corruzione delle autorità locali, possa essere esaminato con cura il corpo di Xue (organizzatore della protesta che secondo i manifestanti sarebbe morto a seguito delle torture protratte dalla polizia).