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Cipro: come confiscare $32 trilioni di beni offshore

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ROMA (WSI) – Il prelievo forzoso ordinato a Cipro e’ servito a recuperare soldi preziosi per le casse statali, punendo non solo gli oligarchi russi che sfruttavano i vantaggi fiscali dell’isola del Mediterraneo per i loro affari sporchi, ma anche chiunque avesse creduto nella sicurezza delle banche del paese.

Non solo soldi sporchi e usati per operazioni di riciclaggio quindi, bensi’ anche soldi di cittadini “innocenti”. Questo ha creato un pericoloso precedente.

Stando alle ultime stime, la somma complessiva che rischia di essere confiscata dai paradisi fiscali e’ pari a 32 mila miliardi di dollari.

La confisca a Nicosia e’ stata passeggera, certo, ma il meccanismo con cui e’ stata imposta sara’ l’esempio da seguire in futuro quando le autorita’ vorranno risolvere il problema degli istituti di credito insolventi e del sistema finanziario a rischio di un crack.

La conferma che ci sia il rischio di un nuovo prelievo forzoso arriva da James Henry, senior advisor della rete per la giustizia fiscale Usa (Tax Justice Network), una societa’ non profit privata. Il metodo della confisca sara’ utilizzato ancora in futuro. E ci sono 32 mila miliardi di ragioni.

In primo luogo, il fatto che l’ammontare di beni illeciti depositati offshore sta continuando a crescere in maniera esponenziale.

“Una fetta importante dei patrimoni finanziari privati – almeno 21-32 mila miliardi di dollari secondo le nostre stime – sono stati investiti in paradisi che virtualmente non presentano alcuna imposizione fiscale”, si legge nel report del comitato di ricercatori americani.

“Il buco nero composto da oltre 80 stati offshore con competenze giuridiche coperte da segreto bancario, continua a espandersi”.

Quello delle isole e staterelli al riparo dal fisco e’ un fenomeno che non puo’ essere accettato dall’Europa, colpita da anni di misure di austerita’ in nome del mantra del “rientro del bilancio”. Se c’e’ un mondo contro cui agire per recuperare preziose entrate fiscali tramite la confisca di beni, e’ proprio quello dei conti offshore.

Va sottolineato che quando si parla di conti nei paradisi fiscali non si fa riferimento solo a una ricchezza virtuale prodotta da speculazioni e investimenti finanziari. Anche immobili, yacht, lingotti d’oro e guadagni ottenuti dalle scommesse sulle corse dei cavalli sono detenuti in conti offshore, dove e’ impossibile identificare i veri proprietari.

L’economia offshore e’ abbastanza grande da avere un forte impatto sulle di diseguaglianze tra i ricchi e i poveri, in fatto di patrimoni e reddito. E soprattutto ad avere una influenza negativa sulle entrate fiscali nazionali.

Ormai chiunque dotato di buon senso e buona memoria, ha capito che il paradiso fiscale offshore e’ diventato l’ossimoro piu’ pericoloso nel mondo insolvente in cui viviamo.