ROMA (WSI) – I controlli sui capitali imposti a Cipro – che secondo alcuni potrebbero durare anni, come in Islanda – successivi alla decisione di imporre il prelievo forzoso su alcuni conti bancari, si stanno rivelando un vero e proprio flop.
A dirlo sono gli stessi numeri che arrivano dalla Banca centrale di Cipro: basti pensare che soltanto nel mese di aprile i flussi di denaro in uscita dal sistema bancario cipriota, come mostra il grafico, sono stati pari a 6,4 miliardi di euro, un ammontare record, che corrisponde al 10% dell’intera base di depositi della nazione. E tutto questo è accaduto soltanto in un mese.
I controlli sono stati imposti proprio per evitare la fuga di capitali, e per assicurare che la liquiditĂ rimanesse nelle casse delle banche, nonostante il prelievo forzoso imposto ad alcuni correntisti.
I politici europei hanno brindato dunque troppo presto, rassicurati dai dati di marzo, quando i flussi in uscita furono decisamente inferiori, pari a 3,8 miliardi di euro.
Ma chi è che sta scappando a gambe levate da Cipro? A ritirare i depositi sono stati sia gli abitanti dell’isola – per un ammontare di 3 miliardi di euro – sia i “residenti non euro”, ovvero i russi, che hanno prelevato una somma di 3,1 miliardi ad aprile, corrispondente al 16% dei depositi che possiedono nell’isola: un’isola che, si può dire, nonostante gli aiuti e le dichiarazioni di vittoria dei leader europei, è di fatto insolvente.
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