Roma – L’Italia rischia di fare la fine della Spagna. I fondi di svalutazione imposti ai comuni dall’ultimo decreto sulla spending review riguarderanno almeno 580 milioni di euro e metteranno in difficolta’ soprattutto le città del Sud. Questo in un contesto in cui la regione Sicilia e altre dieci citta’ sono sull’orlo della bancarotta.
Ogni comune dovra’ svalutare almeno il 25% delle entrate tributarie ‘dubbie’, ovvero che ancora non ha incassato e che si presume che non incassera’ piu’.
Lo stabilisce una nuova legge introdotta questo mese nell’ambito delle misure di austerita’ varate dall’esecutivo che vanno sotto il nome di Spending Review. Un’amministrazione cittadina sara’ chiamata a iscrivere a bilancio un fondo di svalutazione pari ad almeno il 25% dei residui attivi nelle entrate tributarie ed extratributarie piu’ vecchi di cinque anni, che finora erano venivano contabilizzati ogni anno tra gli attivi.
Il Sole 24 Ore stima che il totale di tale somma si aggiri intorno ai 2,3 miliardi. Da qui la cifra di 575 milioni di euro.
La norma mette pressioni ulteriori sulle finanze cittadine, in un momento critico in cui le amministrazioni locali e regionali sono gia’ spremute dai tagli alla spesa previsti dalla Spending Review.
Le entrate fiscali non incassate, dovute a un ritardo o a una mancanza dei pagamenti, sono sempre state la questione piu’ spinosa per i comuni italiani. Stando alle stime emesse nel 2010 dall’agenzia di rating Fitch, esse ammontano a 5 miliardi nel periodo 2010-2011.
“La situazione non e’ migliorata molto da allora”, ha spiegato a Reuters Raffaele Carnevale, senior director dell’agenzia Usa, sottolineando che negli ultimi due anni i numeri sono rimasti bene o male su quei livelli.
Le difficoltà di bilancio delle regioni autonome spagnole, con la loro pesante ricaduta sui conti pubblici dello stato iberico, hanno riacceso l’attenzione degli investitori anche sull’equilibrio finanziario degli enti locali e Regioni italiane, complice anche lo sforzo per la riduzione della spesa degli enti locali partito con la spending review del governo italiano.
La revisione della spesa varata lo scorso 7 luglio prevede tagli a Regioni ed enti locali per 2,3 miliardi nel 2012. Attraverso una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio i comuni dovranno rinunciare a 500 milioni quest’anno e a 2 miliardi a decorrere dal 2013.
I sindaci italiani stanno cercando di ottenere almeno una maggiore gradualità nell’applicazione della norma sui fondi di svalutazione che, secondo Il Sole 24 Ore, peserebbe per circa un quarto dell’importo di 580 milioni sui comuni del Sud. Tra le municipalità con i bilanci più appesantiti dai residui attivi da svalutare ci sarebbero Napoli, con 700 milioni di euro, Palermo, con 181 milioni, ma anche Torino, con circa 500 milioni iscritti nel bilancio consuntivo del 2011.