Trenta città davvero globali, le più prospere al mondo, compongono l’indice Schroders Gobal Cities 30. La prima è Los Angeles che prevale su Londra. Nessuna italiana entra nella selezione
America First. Il presidente Usa Donald Trump sarà orgoglioso del dominio delle città statunitensi nell’indice Schroders Global Cities 30 di Schroders. Anche se si può dubitare che il successo delle città degli States sia legato alla sua amministrazione.
Schroders Global Cities 30 individua le 30 città più prospere al mondo dal punto di vista economico e demografico, basandosi su diversi fatto tra cui le previsioni di crescita dell’economia, il reddito disponibile nel prossimo decennio e la numerosità della popolazione. L’ultima edizione dell’indice include poi un nuovo elemento, il ranking universitario, che si è rivelato il fattore principale alla base delle variazioni di classifica rispetto all’edizione precedente.
Vince Los Angeles, nessuna italiana nel paniere
Le città nord-americane occupano 18 dei 30 posti disponibili nella selezione gestita da Hugo Machin, co-head of Global Real Estate Securities. Dopo Los Angeles, che strappa il primo posto a Londra (ora seconda), nelle prime cinque posizioni entrano Boston, Chicago e New York. Un filotto di città made in Usa. Oltretutto queste città hanno scalato le posizioni in classifica rispetto a un anno fa. Los Angeles era sesta, Boston ventiquattresima, Chicago decima. Solo New york ha confermato il suo posizionamento. Una rivoluzione che Machin attribuisce al nuovo fattore di merito, il ranking universitario.
“Non sorprende che le città che hanno beneficiato dell’inclusione del ranking universitario tra i criteri dell’indice siano sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Le università sono fondamentali per dare impulso alle città globali. L’innovazione e l’istruzione sono alla base di una forza lavoro più preparata e produttiva. L’importanza economica degli ‘hub’ della conoscenza sta crescendo, con un riflesso positivo sui mercati immobiliari di tali città. Los Angeles è salita in classifica, conquistando la vetta. Ha una portata economica che la rende un luogo attraente dove vivere e lavorare. Un elemento chiave è la diversificazione su più settori, dai servizi finanziari ai media, dal commercio alla tecnologia”.
L’Italia brilla per l’assenza di città davvero globali ma è in realtà l’intera Europa che sembra non avere questa vocazione. Se si esclude Londra (peraltro in uscita dall’Unione europea), l’unica capitale inserita nel paniere è Parigi, in sedicesima posizione.