New York – Gli avvocati di Sirhan Sirhan, l’assassino di Robert F. Kennedy, sostengono che il loro assistito non ha sparato al candidato presidenziale nel 1968, e hanno anche escluso che a sparare sia stato Thane Eugene Cesar, una guardia di sicurezza privata che scortava Kennedy, da molti considerato l’altro sospettato dell’omicidio.
Secondo il sito dell’emittente Cnn, che cita i documenti consegnati dagli avvocati William Pepper e Laurie Dusek a un tribunale distrettuale di Los Angeles, i legali ritengono che a ferire mortalmente Kennedy sia stata un’altra persona.
Il 5 giugno 1968 Cesar era dietro Kennedy ed estrasse la pistola d’ordinanza nello stesso istante in cui Sirhan aprì il fuoco nella sala da ballo dell’Ambassador Hotel di Los Angeles, pochi istanti dopo la vittoria del candidato alle primarie democratiche della California.
Kennedy, fratello più giovane del presidente John F. Kennedy (assassinato il 22 novembre 1963) fu il più grave delle sei persone rimaste ferite e morì il giorno dopo. Sirhan fu l’unica persona arrestata, processata e condannata per l’omicidio del candidato presidenziale e il ferimento delle altre cinque persone. Ora, a 67 anni, sta scontando un ergastolo alla Pleasant Valley State Prison di Coalinga, in California.
Gli avvocati pretendono o la scarcerazione immediata di Sirhan o un nuovo processo basato su quelle che definiscono nuove “prove formidabili” della sua innocenza e “un’orrenda violazione” dei suoi diritti. Pepper e Dusek sostengono che i 13 colpi sparati la notte del 5 giugno 1968 provenissero da due armi da fuoco distinte, che il colpo fatale non partì dalla pistola di Sirhan e che Sirhan non può essere ritenuto responsabile per le sue azioni all’Ambassador.
I legali del cittadino giordano di origine palestinese convalidano le teorie complottistiche legate all’attentato: per loro, Sirhan era stato convinto, tramite l’ipnosi, a sparare alcuni colpi per distogliere l’attenzione da quello che era il vero assassino.