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La classe di asset più odiata dai mercati

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La fiducia dei mercati nella corsa dell’azionario deve fare suonare qualche campanello d’allarme. Gli investitori, nella convinzione che il rialzo dei tassi di interesse in Usa non avrebbe avuto la forza di deragliare la ripresa dell’economia, hanno accumulato titoli azionari, spingendo i principali indici di Borsa su nuovi record storici.

Con l’elezione di Trump, ufficializzata oggi con il voto dei grandi elettori, si respira ancora più ottimismo nell’aria. L’anno scorso Wall Street ha inizio a cedere quota in seguito al rialzo dei tassi della Federal Reserve, il primo in nove anni, mentre quest’anno continua a salire di livello nonostante si sia materializzata la seconda stretta monetaria. Idem per il dollaro, rafforzatosi sui massimi di 14 mesi sull’euro.

L’anno scorso S&P 500 e dollaro Usa, tuttavia, hanno avuto un pessimo avvio di nuovo anno: hanno difatti subito cali significativi nel primo trimestre. Insomma, il consiglio è quello di mantenere un approccio cauto: la reazione negativa al rialzo del costo del denaro potrebbe arrivare con scoppio ritardato.

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Oro destinato a rimbalzare nel 2016

Molto dipenderà chiaramente anche da quello che farà l’amministrazione Trump nei suoi primi giorni a Washington. Ma chi crede nelle serie storiche e nei grafici, dovrebbe trovare un modo per proteggersi se non vuole correre rischi. Basta guardare all’andamento dell’oro (vedi sotto). Il metallo ha toccato il fondo dopo il rialzo dei tassi della Fed nel 2015, per poi iniziare una risalita costante.

Sinora, sembra che l’andamento dei mercati a fine 2016 ricalchi quello dell’anno scorso. L’oro ha perso valore, ma non ha violato al ribasso i minimi dell’anno scorso. Da gennaio è lecito aspettarsi un rimbalzo.

Inoltre mentre l’azionario è la classe di asset più amata sui mercati, l’oro resta la più odiata. Un motivo valido per andare controcorrente e iniziale a costruire posizioni sul metallo prezioso, bene rifugio per eccellenza.

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Dow Jones a 40.000 nel giro di 10 anni?

In generale è meglio posizionarsi sulla difensiva sull’azionario. A parte qualche voce fuori dal coro, come quella di Jeff Miller, presidente di NewArc Investments, gli analisti puntano su una fase di ritracciamento per la Borsa americana dopo l’euforia di fine anno post elezione di Trump.

Non la pensa così il blogger finanziario di “A Dash of Insight”, secondo cui la corsa del Dow Jones non si fermerà a quota 20.000 (livello che sei anni fa Miller aveva previsto raggiungesse) bensì toccherà i 40.000 punti tra 10 anni, la sensazione generale è che il rally azionario si fermerà l’anno prossimo.

Sebbene in questi giorni la nozione di un oro in risalita e le Borse in calo sembra assurda – anche perché l’oro come già detto è probabilmente “la classe di asset più odiata del pianeta” come l’ha definita Kevin Muir sul sito MacroTourist – anche l’anno scorso i rialzisti erano che il rialzo dei tassi della Fed, considerato un processo di normalizzazione dopo anni di politiche ultra accomodanti, non avrebbe deragliato la ripresa dei prezzi dei listini.

Il fatto che oggi siano ancora più fiduciosi di allora, non dovrebbe offrire un motivo di sollievo. Tutt’altro.