Anche i top manager, si fa per dire, “stringono la cinghia”. Lo stipendio medio dell’amministratore delegato di una società quotata con sede in Italia è stato pari a 849.300 euro lordi nel 2018.
Si tratta di un valore inferiore del 10,8% a quello del 2017 (952.400 euro), anno in cui c’era stato un aumento del 14,5% rispetto al 2016 (831.700 euro). Ma comunque pari a 14,4 volte il costo medio del lavoro delle imprese quotate (18,5 volte nel 2017).
Il multiplo sale a 24,4 volte (32,8 nel 2017) per le società con una capitalizzazione superiore a un miliardo. C’è poi un caso record, di cui non viene fatto il nome, in cui l’a.d. ha guadagnato quanto la somma delle buste paga di 114,2 dipendenti (rispetto a 217 buste paga nel 2017).
È quanto dall’ultima analisi dall’Area studi Mediobanca che, ha passato in rassegna i componenti i 230 board di imprese, banche e assicurazioni quotate a Piazza Affari.
I manager più pagati in Italia
Ma quali sono i top manager più pagati in Italia? La top10 dei compensi con cariche congiunte vede in testa Carlo Cimbri, ad e direttore generale di Unipol, con 7,9 milioni, seguito da Giovanni Tamburi, presidente e ad di Tamburi investments con 7,7 milioni. Il primo banchiere è Carlo Messina, ad e dg di Intesa Sanpaolo con 5,65 milioni.
Considerando invece le singole cariche, il presidente che incassa di più è Massimo della Porta di Saes Getters, con 7 milioni e l’ad è Philippe Donnet di Generali con 5,9 milioni.
Resta confermato il gender-gap
Ai vertici aziendali figurano poche donne. E sono pagate meno dei colleghi maschi. Se nei board gli uomini occupano il 66% delle posizioni e le donne il 34%, la quota femminile scende all’8,1% nella carica di amministratore delegato e al 10,7% in quella di presidente. La remunerazione media del ceo donna supera di poco la metà di quella del “collega” uomo.