Economia

Coldiretti: il latte italiano rischia il fallimento

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ROMA (WSI) –  Rischia il fallimento il mercato del latte italiano. La Coldiretti rende noto che oltre 1000 stalle da latte sono state chiuse, di cui circa il 60% in montagna, con la perdita di quasi 4mila posti di lavoro. Un allarme che arriva all’indomani della chiusura del bilancio dell’allevamento da latte in Italia.

Sono circa 550 i milioni di euro persi e il motivo principale è da ricercarsi nel prezzo pagato agli allevatori, ben al di sotto dei costi di produzione, che abbassa così i compensi fino al 30% rispetto all’anno scorso. A ciò si aggiunge anche il rischio concreto che a breve termine il latte straniero possa sorpassare quello italiano. A fronte di una produzione nazionale di circa 110 milioni di quintali di latte, sono 85 milioni i quintali di latte importato dall’estero.

 “Ogni anno, nel Lazio, vengono importati dai paesi dell’Unione Europa latte e crema di latte per un valore vicino ai 20 milioni di euro. Di queste importazioni quasi il 50% provengono dalla Germania, addirittura arrivano al 100% di provenienza tedesca le importazioni di formaggi e latticini nel Lazio”.

Un circolo vizioso che produce effetti negativi ovviamente anche sui consumatori. Il prezzo del latte fresco che dalla stalla arriva sulle tavole degli italiani si è quadruplicato solo quest’anno.

Proprio l’89% dei consumatori inoltre ritiene che l’assenza dell’etichetta di origine possa trarre in inganno sui prodotti lattiero caseari. Dati che emergono da una consultazione pubblica on line sul sito del Mipaaf in merito all’etichettature dei prodotti agroalimentari realizzata dal Ministero delle Politiche agricole a cui hanno partecipato 26.457 partecipanti nel periodo compreso tra novembre 2014 e marzo 2015.

Da qui il monito della Coldiretti a rendere obbligatoria l’etichettatura d’origine sugli elementi, tutelando così il made in Italy.

In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, ma anche con l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti.