L’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha rivoluzionato il modo di lavorare e le abitudini degli italiani. L’ufficio, i viaggi di lavoro, le trasferte e il coworking hanno lasciato il posto allo smartworking trasformando le case degli italiani in uffici di fortuna con tutti gli annessi e connessi.
Per cercare di capire come sarà il ritorno verso la normalità dopo l’estate ne abbiamo parlato con Mauro Mordini – Country manager Italia di IWG, società leader negli spazi di coworking.
Dott. Mordini, quali sono le richieste delle aziende italiane per gli spazi coworking dopo l’estate? e quelle delle aziende all’estero?
L’ufficio vive oggi una fase di trasformazione. Siamo in un’epoca di transizione. Stiamo passando dall’unico grande hub centrale ubicato nelle metropoli o in aree suburbane a una struttura a rete, distribuita sul territorio e pensata per fornire un punto d’appoggio di prossimità ai dipendenti, ovunque si trovino.
In generale, infatti, abbiamo registrato un aumento della domanda nelle città più piccole, con picchi che superano il 40% negli Stati Uniti – con numeri ancora superiori nelle località suburbane – e del 30% in Italia. Inoltre, abbiamo registrato anche un aumento di richieste di uffici di piccole dimensioni, adatti a ospitare fino a un massimo di due persone, e delle membership. Ovvero di abbonamenti per consentire l’accesso alla rete delle location di Iwg.
Quale sono le differenze tra il coworking in Italia e all’estero?
All’estero sono già molto più abituati a considerare l’ufficio come un servizio, a cui accedere dove e quando se ne ha bisogno. Senza necessità di una presenza continuativa e con più location tra cui scegliere. In Italia, era un fenomeno poco diffuso fino all’era pre-Covid. Ora anche qui sta cambiando rapidamente.
Quali sono i vostri obiettivi in Italia dopo l’acquisizione di Copernico?
Siamo leader di settore a livello globale e anche in Italia. Con il recente ingresso di Copernico nel nostro portfolio, siamo pressoché in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, in termini di qualità e ubicazione, sul territorio italiano. In Italia come nel resto del mondo, stiamo continuando a crescere in una logica a rete, per andare incontro a una domanda che non è più concentrata solo nelle metropoli. In totale sono più di 84 i business center di IWG nel Bel Paese, distribuiti in lungo e in largo per la Penisola italiana.
Continueremo a crescere facendo leva anche sul franchising per poter offrire una copertura sempre più capillare. Lo abbiamo lanciato a fine 2018 e ha da subito registrato un ampio consenso. Nonostante la pandemia, nel 2020, abbiamo stretto accordi di sviluppo multi-location in Italia, Germania, Regno Unito, Porto Rico, Libia, Togo e Australia. Rappresenta un’opportunità di investimento inedita per il real-estate. La collaborazione prevede la definizione di un programma di sviluppo, con l’individuazione di un’area geografica di riferimento, un numero di aperture e un periodo di collaborazione.
IWG è al fianco del franchisee dall’inizio: dall’individuazione della location idonea – un immobile con una superficie di almeno 1.000 metri quadrati, che possa ospitare circa 100 postazioni di lavoro – all’apertura del business center, con possibilità di utilizzo del marchio, inclusione nel programma di marketing della società, formazione del personale e assistenza nella gestione.
Cosa cambia per i vostri clienti?
Appoggiandosi a Iwg, le imprese possono accedere a spazi di lavoro distribuiti letteralmente in tutto il mondo e a format di spazi di lavoro diversi. Tra i nostri marchi di maggior successo figurano Regus, Signature, HQ e Spaces. Regus si contraddistingue per spazi funzionali e servizi completi; Signature per le location di prestigio; Spaces per il carattere metropolitano, per i programmi di attività condivise e la forte dimensione di community mentre HQ per il dinamismo e l’adattabilità dell’offerta a qualsiasi necessità. La nostra ambizione è proprio quella di poter mettere a disposizione il prodotto giusto, dove serve.
Come sarà il futuro il mondo del coworking?
Scegliere “dove lavorare” è la nuova normalità: da casa, da un ufficio di prossimità o dall’headquarter aziendale. Una tendenza che sembra destinata a durare, se si guarda all’evoluzione del mondo del lavoro. Chi cerca un’occupazione, predilige le offerte che garantiscono flessibilità e le aziende oggi sono oggi pronte ad offrirla, tanto che sono numerose quelle che stanno ripensando i propri spazi di lavoro. A fianco delle sedi centrali, le aziende sono sempre più propense a investire in uffici distribuiti sul territorio, per consentire ai propri dipendenti di ridurre gli spostamenti e lavorare da sedi idonee.
Va da sé che sia sempre più frequente il ricorso agli spazi di lavoro flessibile. Hanno registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni e le previsioni ci dicono che entro il 2030 rappresenteranno il 30% del totale degli spazi a uso ufficio. Oggi rappresentano circa meno del 5%.