Economia

Come difendersi dalla prossima guerra ai contanti

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NEW YORK (WSI) – Cancellare i contanti con una denominazione superiore ai 10 dollari dalla circolazione è quello che propone l’economista di Harvard Kenneth Rogoff. Le banche centrali già si sfregano le mani all’idea di poter imporre tassi di interesse negativi senza doversi preoccupare di una corsa agli sportelli e una fuga dei depositi dalle banche, che incominciano già a far pagare per il privilegio di depositare soldi presso di loro.

In paesi come la Svezia, il Canada e l’Italia i governi stanno cercando da anni di scoraggiare l’utilizzo di contanti nei pagamenti, con la scusa che così si combatterà l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, colpendo gli affari delle organizzazioni terroriste e dei criminali. Il vantaggio dei pagamenti cash è che si può conservare lo stato di anonimato e di conseguenza mantenere la privacy.

L’uso di carte di credito è promosso in numerosi paesi: in Francia si possono pagare anche un caffé o un pacchetto di sigaretto con un trasferimento elettronico. In Danimarca dal primo gennaio di quest’anno i ristoranti e i negozi non accettano più banconote. Dal 2030 i contanti saranno vietati. Gli australiani sono convinti che già dal 2022 nel loro paese non esisterà più denaro in circolazione. Nel 2011 l’allora premier italiano Mario Monti ha reso illegali i pagamenti in contanti superiori ai mille euro, dicendo che quello di cui l’Italia ha bisogno è una “rivoluzione del modo di pensare dei cittadini”.

In un contesto di tassi zero o sottoterra, per paura di perdere i propri risparmi o di non guadagnare abbastanza con un conto corrente in banca, sono sempre più numerosi i cittadini che nascono il proprio denaro sotto il materasso. È una tendenza che aiuta a capire perché i governi sembrano avere così fretta di scoraggiare l’uso di contanti.

Anche quando, prima della crisi finanziaria del 2008, i titoli di Stato e altri bond considerati sicuri rendevano il 3-5% negli Stati Uniti, i cittadini detenevano una grande quantità di contanti. Depositandolo in cassette di sicurezza, si ottiene un ritorno da investimento negativo sul denaro, ma c’è chi già prima del 2007 era pronto a farlo.

Larry Summers, ex Segretario del Tesoro Usa, ha chiesto che il governo ritiri le banconote da 100 dollari dalla circolazione. La più grande banca di Norvegia, DNB, ha lanciato un appello per una società senza contanti. Non è il solo istituto di credito a sperare che ciò avvenga, anche alla luce del fatto che più del 2% dei titoli governativi del mondo hanno un tasso negativo (tra questi Eurozona, Giappone, Svizzera, Svezia e Danimarca).

La Federal Reserve ha dichiarato al Congresso di aver preso in considerazione l’imposizione di tassi di interesse negativi. I governi e le banche centrali pensano che se penalizzano chi risparmia e mette contanti da parte, i cittadini inizieranno a spendere i loro soldi. La teoria è che i tassi negativi ravviveranno l’economia, ma per assicurasi che la strategia funzioni bisogna prima vietare i contanti dalla circolazione.

Le politiche di tassi zero e le strategie monetarie straordinarie con le quali i mercati sono stati inondati di denaro stampato dalle banche centrali non stanno dando il risultato sperato dalle autorità. L’economia numero uno al mondo, gli Stati Uniti, cresce al ritmo più lento dalla Seconda Guerra Mondiale. La Cina, la seconda economia al mondo, cresce al ritmo più lento dal 1990. L’economia giapponese, la terza potenza del pianeta, non cresce da 20 anni.

Le politiche monetarie eterodosse degli ultimi sette anni hanno avuto successo su un fronte, però: hanno spedito in orbita i prezzi degli asset finanziari, generando timori di bolla sui mercati. I valori di azionario, obbligazionario, proprietà immobiliari sono saliti ai massimi di sempre e sono completamente distaccati dallo stato reale dell’economia.

Il consiglio di Casey Research è quello di prelevare soldi prima che questo avvenga e di comprare oro fisico, il cui valore potrebbe raddoppiare o persino triplicare. La guerra al contante è già incominciata e conviene prepararsi per tempo. Un mondo senza contanti costringerà i cittadini a riporre la propria fiducia (e risparmi) nel sistema bancario. Dopo la débacle del 2008 pare un azzardo.