Economia

Come funzioneranno le pensioni nel 2024

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Novità in vista per le pensioni: sarà più difficile accedere a quella anticipata. Con la Legge di Bilancio 2024, il governo Meloni ha introdotto una vera e propria stretta e, di fatto, ha allungato i tempi dell’uscita dal mondo del lavoro. In questo caso non sono state mantenute le promesse fatte durante la campagna elettorale. La nuova Manovra, in un certo senso, sembra essere stata scritta direttamente da Bruxelles e dalle agenzie di rating, che avevano puntato il dito proprio contro il sistema previdenziale nostrano.

La scelta di rendere più difficile l’accesso alla pensione anticipata permette a Giorgia Meloni di portare a casa un doppio colpo politico: da un lato riesca a tenere a bada Forza Italia, non spendendo quasi niente per le pensioni minime. Dall’altro depotenzia la Lega, che puntava ad abolire la Legge Fornero. I vincoli, per il momento, non sono stati sicuramente allentati. Anzi.

In pensione con Quota 104

Sicuramente una delle novità più importanti è quella relativa a Quota 104. Quanti dovessero decidere di andare in pensione utilizzando questa misura si ritroveranno con l’assegno previdenziale tagliato. Ma non solo: adesso si andrà in quiescenza al compimento di 63 anni – mentre prima ne erano sufficienti 62 – e sono necessari 41 anni di contributi. Per quanto riguarda l’assegno previdenziale, questo verrà ridotto nella sua quota retributiva.

I soggetti che hanno i requisiti per uscire con Quota 104 dovranno accettare un ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale, che comporterà un taglio del 12% rispetto a quanto maturato prima del 1996.

Chi, invece, dovesse decidere di rimanere sul posto di lavoro potrà incassare il bonus Maroni direttamente in busta paga: stiamo parlando della parte di contributi previdenziali che viene versata all’Inps, che è pari al 9,19%. In questo caso verrà abbassato l’assegno previdenziale che si percepirà in futuro.

Il taglio non sarà uguale per tutto, ma è condizionato da quanti anni prima il lavoratore decide di andare in pensione: il parametro di riferimento sono i 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia. Vengono allungate, poi, le finestre per poter uscire dal mondo del lavoro, una volta che sono stati raggiunti i requisiti: passano da tra a sei mesi nel privato e da sei a nove nella pubblica amministrazione.

I nuovi paletti previsti per le pensioni

Come abbiamo accennato in precedenza per le pensioni anticipate è stata introdotta una vera e propria stretta. Nel 2025 ai lavoratori potrebbero non essere più sufficienti 42 anni e 10 mesi di contributi per poter lasciare il mondo del lavoro. A questi si dovrà aggiungere la finestra mobile di tre mesi che permette di accedere proprio alla pensione anticipata.

È stato anticipato, inoltre, dalla fine del 2026 alla fine del 2024, il periodo nel quale non sono stati previsti degli adeguamenti alla speranza di vita.

Tempi più lunghi per l’Ape Sociale

Attraverso la Manovra 2024 sono state introdotte alcune novità anche per l’Ape Sociale. La misura, dal prossimo anno, non scatterà più al raggiungimento di 63 anni secchi. Sarà necessario aspettare cinque mesi in più. Per questa misura sono stati stanziati – solo e soltanto per il 2024 – 85 milioni di euro, che nel 2025 salgono a 168 milioni di euro.

Le nuove regole per Opzione Donna

Restyling anche per Opzione Donna, la misura riservata alle lavoratrici. Per accedere a questa soluzione adesso è necessario attendere un anno di più. Ricordiamo che opzione donna è riservata ai seguenti soggetti:

  • lavoratrici disoccupate;
  • caregiver;
  • invalide almeno al 74%.

È necessario aver compiuto 61 anni – attenzione: non più 60 – ed aver maturato almeno 35 anni di contributi entro la fine del 2023. Viene premiata la maternità: il requisito anagrafico viene ridotto di un anno per ogni figlio, con un tetto massimo di due anni.

Nessun aumento per le pensioni minime

Non è previsto alcun aumento per le pensioni minime, nemmeno per quanti hanno superato i 75 anni di età. In questo caso l’assegno previdenziale si andrà ad assestare sui 600 euro per il semplice effetto dell’inflazione.

L’Esecutivo, inoltre, ha deciso di andare a ritoccare il meccanismo dell’indicizzazione all’inflazione. questa volta, però, l’operazione risulta essere semplicemente compensativa, dopo il taglio effettuato nel 2022.