Investimenti

Come i sindacati gonfiano i numeri dei fondi pensione

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TORINO (WSI) – L’adesione alle forme pensionistiche complementari è libera e volontaria come prevede l’articolo 1 della Legge di riforma del TFR (il trattamento di fine rapporto) attuata tramite Decreto legislativo 252 del 2005, ma in realtà così non è.

A dirlo è Beppe Scienza, professore di matematica all’Università di Torino con un post in cui viene messo al centro dell’attenzione il tema della previdenza integrativa che sembrerebbe avere “un problema d’immagine”. Nell’articolo si fa riferimento alle segnalazione dei lettori in merito alle ultime “trovate” dei sindacati che gonfiano artificiosamente il numero di iscritti a fondi negoziali su cui gli stessi “hanno poltrone da spartirsi”.

Due son gli esempi eclatanti. Uno del Cnnl degli autoferrotranvieri, firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal in cui si prevede, all’articolo 38, da metà 2017 il versamento “a carico dell’azienda al fondo Priamo per ogni lavoratore 90 euro l’anno e per i lavoratori che non risultino iscritti a Priamo, tale contributo comporta l’adesione contrattuale degli stessi al fondo medesimo”.

“La cifra viene dirottata lì, sottraendola agli aumenti salariali (…) È chiaro che l’obiettivo non è economico a vantaggio dei lavoratori, ma d’immagine a vantaggio dei sindacati. Quei quattro spiccioli produrranno per un lavoratore, per es. cinquantenne, una pensione di scorta nell’ordine di 15 centesimi il giorno. In compenso tale artifizio gonfierà surrettiziamente le adesioni al fondo Priamo, che potrà sbandierare un incremento degli iscritti in realtà fittizio”.

Altro esempio è quello del fondo Previdi a cui son spinti per forza dal 2015 i lavoratori edili prevede un contributo previdenziale presso il Fondo Prevedi a favore di tutti i lavoratori edili soggetti agli stessi Contratti. Tale accantonamento viene effettuato tramite un contributo mensile a carico del solo datore di lavoro, denominato “contributo contrattuale”.

“Trovato il modo per fare fessi i lavoratori, i sindacati concertativi l’applicheranno a tappeto, curando però che se ne parli il meno possibile, perché puzza proprio d’imbroglio“.

Fonte: Il Fatto Quotidiano