Società

Come l’Italia può diventare teatro di una guerra civile

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“Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire.”
Jean-Paul Sartre, Il Diavolo e il buon Dio, 1951

Prima di tutto una premessa: questo articolo non è una notizia e nemmeno una previsione di quello che potrà accadere in futuro, semplicemente vuole descrivere come ci siano alcune condizioni che potrebbero portare ad una guerra civile in Italia in un più o meno prossimo futuro. Ma assolutamente non si sta dicendo che ci sarà una guerra civile o che ci sia una probabilità più o meno certa a riguardo.

Vogliamo analizzare la questione partendo da una metafora, quella del classico triangolo del fuoco, che spiega in maniera sintetica come si sviluppa un incendio. Come tutti sanno i tre elementi fondamentali sono il combustibile (il materiale infiammabile), il comburente (ruolo di solito svolto dall’ossigeno) e infine la temperatura d’innesco (la temperatura necessaria che provoca la reazione tra combustibile e comburente) che è la classica scintilla che fa scoppiare l’incendio.

Ecco, una guerra civile essenzialmente è paragonabile ad un incendio dove il combustibile sono le tensioni politiche, sociali,religiose o etniche presenti in un dato stato, il comburente è la situazione economica che può dar fiato a queste tensioni e la scintilla è un grave evento più o meno inaspettato che fa esplodere tutte le tensioni esistenti.

Nel caso dell’Italia, il comburente è la situazione economica, che come tutti sappiamo è molto grave con una disoccupazione in continua crescita, la recessione che non accenna a fermarsi, l’eccessiva pressione fiscale, 140 miliardi di euro di debiti verso le imprese non pagati da parte dello Stato, il debito pubblico che continua ad incrementare.

E tutti questi fattori economici, sopra descritti, sono tutte condizioni che anche nella Storia recente sono state alla base di rivoluzioni, colpi di stato e guerre civili. Un esempio tra quelli più famosi è la Rivoluzione Francese scoppiata a seguito di una fortissima crisi economica e all’aumento delle tasse.
Ora invece elenchiamo tutti i combustibili presenti nella situazione italiana, quindi tutte le tensioni presenti attualmente:

1) Stallo politico: come sappiamo dalle ultime elezioni è uscito un risultato che porterà ad un Senato ingovernabile e attualmente non c’è nessuna intesa tra i principali soggetti politici per evitarlo. Inoltre, essendo il Presidente della Repubblica nel semestre bianco, non ha diritto a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, quindi lo stallo può prolungarsi. E ancora, se non ci sarà nessun accordo politico si rischia anche di non riuscire ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica e nemmeno il Presidente del Senato, rispettivamente la prima e la seconda carica dello Stato.

2) Proroga del governo Monti, governo tecnico o governo “inciucio” tra PD-PDL: c’è una forte possibilità che nel caso di mancato accordo politico si possa, seguendo il modello belga, prorogare l’incarico del premier in carica (Monti) oppure Napolitano, potrebbe indicare un personaggio esterno o Monti stesso per formare un nuovo governo tecnico. Ultima ipotesi è un’accordo tra PD-PDL per un governo di unità nazionale per fare le riforme più urgenti e poi tornare alle urne. In tutti e tre questi casi si formerebbe un governo molto impopolare che di fatto avrebbe stravolto il risultato elettorale e la stessa istituzione democratica.

3) Rischio bancarotta: nel caso si confermasse lo stallo politico e l’Italia fosse soggetta ad un attacco speculativo e alla risalita dello spread e si dovesse ricorrere al MES o all’OMT per finanziarsi, con la conseguente accettazione di misure di austerità in cambio di aiuti finanziari, non ci sarebbe nessuna carica istituzionale eletta democraticamente che possa richiedere questi aiuti e firmare un eventuale memorandum di misure di austerità; nel caso nessuno chieda questi aiuti, l’Italia potrebbe anche trovarsi in bancarotta, mentre se qualcuno con un atto di forza firmasse la richiesta di aiuti e il memorandum, provocherebbe probabilmente l’ira popolare.

4) Partito Democratico spaccato: il soggetto politico più importante, il Partito Democratico è scosso da forti divisioni interne, nel caso si verificasse una spaccatura, il quadro politico diventerebbe ancora più complicato e instabile. Inoltre continuano le indagini per lo scandalo dei Monti dei Paschi di Siena, con tutte le conseguenze che questo ha per il partito stesso, che come tutti sanno è molto vicino a MPS.

5) Berlusconi a rischio galera: il secondo soggetto politico più importante, il Popolo della Libertà è invece turbato dalle innumerevoli vicende giudiziarie del suo leader, Silvio Berlusconi. Il 23 marzo ci sarà la sentenza che potrebbe confermare i quattro anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici, richiesti per frode fiscale. E, cosa senza precedenti, lo stesso Berlusconi ha convocato per la stessa data una manifestazione contro la magistratura. Quindi esiste un pericoloso scontro tra potere politico e potere giudiziario. E Berlusconi farà di tutto per non finire in carcere, anche la rivoluzione se necessaria.

6) Movimento Cinque Stelle: il terzo soggetto politico più importante (considerando i precedenti come leader di coalizioni), il Movimento Cinque Stelle è un movimento che sicuramente possiamo definire rivoluzionario, dato che vuole un radicale cambiamento delle leggi e della struttura dello Stato italiano. Attualmente vuole attuare la sua rivoluzione in modo pacifico, ma se si instaurasse un governo antidemocratico o se le altre forze politiche, con trucchi e imbrogli,cercassero di danneggiarlo (ad esempio con lo scouting dei parlamentari a Cinque Stelle) potrebbe anche ricorrere alla piazza. E Grillo ha la popolarità e soprattutto anche l’audacia necessaria per farlo.

7) Attentati e scontri sociali: recentemente i Servizi Segreti hanno dato l’allarme sul rischio di attentati spettacolari. Una nuova stagione di attacchi terroristici potrebbe portare all’instaurazione di un nuovo clima di tensione e anche a leggi liberticide.

8) Ondata di manifestazioni: il Popolo Viola ha indetto una manifestazione contro Berlusconi lo stesso giorno in cui il PDL ha indetto la propria; il Movimento dei Forconi ha intenzione l’11 marzo di iniziare una nuova stagione di proteste e di bloccare l’intero Sud d’Italia; sicure manifestazioni studentesche con toni ed atteggiamenti sempre più estremi e violenti; tensioni e manifestazioni NO-TAV; scioperi e proteste degli operai delle aziende in crisi.

9) Esplosione socio-economica dei paesi confinanti: Spagna, Grecia, Slovenia, Bulgaria e Cipro sono travolte da una fortissima crisi economica e alcuni di questi paesi, soprattutto la Grecia, sono sull’orlo di un vero e proprio conflitto sociale che potrebbe contagiare anche la vicina Italia, già contagiata dalla crisi dei debiti sovrani.

10) Ingerenze straniere: Germania, Inghilterra e Stati Uniti non esitano ad interferire sulla situazione economica e politica italiana. Soprattutto è da tenere in considerazione la politica non filo-NATO di Beppe Grillo e l’euroscetticismo dello stesso e l’ostilità della finanza internazionale e della Germania nei confronti di Berlusconi.

11) Lega Nord: il movimento leghista governa le tre regione principali del Nord: Piemonte, Lombardia e Veneto. Ricordiamo che gridavano alla secessione ed ora governano su quasi l’intera “Padania”.

12) Crimine organizzato: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita non possono che ampliare le proprie fila grazie ad una crisi economica che non lascia alla maggioranza dei giovani meridionali nessuna prospettiva per il futuro. Come hanno ricordato i Servizi Segreti, la Camorra dispone di una vera e propria forza militare e in questo clima di incertezza non è da escludere un attacco allo Stato o l’utilizzo di queste organizzazioni malavitose da parte di soggetti politici per scopi personali.

13) Nulla da perdere: a causa della crescente crisi economica moltissime persone si trovano travolte dai debiti, senza un lavoro e in una condizione di estrema disperazione. Molte di esse potrebbero preferire la ribellione al suicidio.

Queste sono a nostro avviso le principali tensioni, potenzialmente esplosive, presenti in Italia. La seria differenza della nostra situazione rispetto a Grecia e Spagna, dove si sta consumando una crisi economica ad un livello recessivo più avanzato, è la presenza di uno stallo istituzionale, di un gravissimo scontro tra poteri dello Stato, dell’uso politico della magistratura e di un clima politico violento che è anche un’eredità della guerra civile del 1943-45.

L’unica cosa che non possiamo enunciare è quale sarà e se ci sarà una scintilla che ci porterà ad una guerra civile. Possiamo fare delle ipotesi come un’eventuale condanna definitiva per Berlusconi oppure un’attentato inaspettato oppure il colpo di mano di qualche soggetto politico o qualsiasi altra cosa che non si può prevedere allo stato attuale. E inoltre quali saranno gli eventuali fronti di una guerra civile? L’ipotesi che penso possa essere più probabile è lo scenario siriano, quindi uno schieramento governativo e legittimato contro uno schieramento ribelle. Però è soltanto un’ipotesi su un’altra ipotesi.

Un’ultima riflessione personale è che un’eventuale guerra civile non va necessariamente contro gli interessi eurocratici perché potrebbe anche spianare la strada ad un intervento esterno in Italia, una classica “missione di pace” a supporto del governo legittimo, magari effettuata dall’Eurogendarmeria, così da privare il nostro paese oltre che della sovranità economica anche della sovranità politica e territoriale. A proposito rimando all’articolo “La lunga marcia dell’Eurocrazia”.

Concludendo, come già scritto nella premessa, non si vuole nel modo più assoluto fare dell’allarmismo, probabilmente non ci sarà nessuna scintilla e men che meno una guerra civile o una rivoluzione, questo articolo vuole solo invitare alla riflessione e a stare in allerta così da poter cogliere ulteriori segnali che possano portare ad un’eventuale situazione di guerra interna.

Al tempo stesso però invito a non escludere del tutto nessun scenario, perché la Rivoluzione Francese e la Primavera Araba non vennero annunciate da nessuno e colsero tutti di sorpresa. Ovviamente speriamo che tutto questo non accada, perché solo di una cosa possiamo sicuramente avere certezza: una guerra civile sarà fatta scoppiare dai potenti ma a pagarne le conseguenze sarà il Popolo, quindi tutti noi.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Hescaton – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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