Le crisi delle banche delle ultime settimane portano sempre più risparmiatori a chiedersi se la propria banca sia effettivamente sicura. Un buon indicatore è il bilancio dell’istituto. Vediamo quali parametri devono considerare.
Come capire se le banche sono sicure
La maggior parte dei grandi istituti sono pubblici e devono pubblicare online i loro rendiconti finanziari.
Se si depositano i propri soldi in una banca piccola, si deve chiedere a loro dati finanziari. E se si rifiutano di fornirli non è chiaramente un buon segnale perciò sarebbe meglio fare le valigie.
Per capire se una società del credito è solida si deve guardare al “patrimonio netto” o “capitale” in percentuale delle sue attività, un indice noto come “solvency ratio” di una banca, che dovrebbe avere due cifre.
Molte banche hanno solvency ratio del 5% o meno. Ciò significa che se gli investimenti della banca perdono più del 5% del loro valore, il gruppo soffrirà.
I profili di rischio bancari
Nell’analisi dei profili di rischio bancari SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) si tiene conto di 2 parametri fondamentali:
- CET1, che indica capitale ordinario, riserve e utili non distribuiti;
- CET1 Ratio, rapporto tra CET1 e attività a rischio implicito.
Nel dettaglio, il CET1, definito dagli Accordi di Basilea 1988 e 2004, è invece costituito da capitale versato, riserve e utili non distribuiti, escludendo azioni in portafoglio, avviamento, beni immateriali e perdite di bilancio.
Il CET1 Ratio è il parametro più importante per la valutazione di salute e solidità delle banche, quindi anche delle loro azioni e obbligazioni. Il suo nome è l’acronimo di Common Equity Tier1 Ratio e rappresenta il rapporto tra capitale ordinario versato dalla banca (CET1) e le sue attività ponderate al rischio, ossia quelle che presentano rischi impliciti. Secondo le disposizioni della Bce, il CET1 Ratio di una banca deve essere superiore all’8%: più elevato sarà, maggiore sarà la sua solidità; al contrario, se inferiore all’8%, la banca dovrà necessariamente rafforzare il patrimonio per non essere inserita in amministrazione straordinaria o sottoposta a bail-in, ossia prelievo forzato della liquidità dei suoi correntisti. Si considera una banca in difficoltà quando il CET1 ratio è attorno al 10%.
Nel Vecchio Continente, secondo gli analisti di Bloomberg intelligence, le prime 25 banche registrano un’eccedenza di capitale per complessivi 55 miliardi di euro. Di questi, due terzi, pari a 38 miliardi di euro, sono detenuti da sette istituti di credito, ovvero UniCredit, Ing, Intesa Sanpaolo, Nordea, Societe Generale, Ubs e Credit Agricole.
La sicurezza va garantita anche dalla banca centrale
Altro concetto molto importante quando si parla di banca sicura è la liquidità, ossia la capacità di una banca di mantenere e una percentuale molto più alta di riserve a disposizione, in relazione ai depositi dei clienti. Per questo motivo è da tenere d’occhio il coefficiente patrimoniale CET1. Una banca liquida è in genere un istituto molto più sicuro.
Ma oltre alle singole società e dai casi specifici, la sicurezza deve essere garantita anche dalla banca centrale di quel paese, dai fondi assicurativi forti e da finanze statali stabili.