Salvo colpi di scena dell’ultima ora, la Commissione europea è pronta a bocciare nuovamente la manovra dell’Italia e a dichiarare non in linea con le regole del Patto di stabilità e crescita il percorso di rientro del debito pubblico.
Lo anticipano fonti stampa, secondo le quali, l’esecutivo Ue renderà note le sue conclusioni domani. Se la notizia dovesse essere confermata, si aprirebbe così la strada verso l’apertura di una procedura per deficit eccessivo dovuta al debito. Sarà poi l’Eurogruppo del 3 dicembre ad affrontare formalmente la questione.
Di ritorno dall’Eurogruppo, intanto, il ministro dell’economia Giovanni Tria ha confermato che:
“Il programma del governo non cambia ma c’è la volontà di discutere. Penso – ha aggiunto – che uno sforzo debba essere fatto per riportare la discussione sulla reale portata del tema”, ovvero non solo sul deficit ma la discussione deve “tener presente” che “si conferma un rallentamento dell’economia europea non solo italiana”.
Anzi, in questo contesto, “l’Italia rallenta meno di altri”, ha aggiunto. Sul deficit “stiamo parlando di scostamenti che non sono grandi, perciò dico che bisogna riportare la discussione alla portata reale. Era necessario aumentare il deficit per fare le cose che il governo riteneva importanti, ma certamente non abbiamo sforato i parametri”.
E sempre sul disavanzo, Tria ha poi aggiunto:
“Il deficit adottato può piacere o no, negli ultimi dieci anni solo l’anno in corso l’Italia ha avuto un deficit minore del 2,4%, è uno dei più bassi della storia italiana, la Francia ha sempre avuto un deficit più alto. Abbiamo certamente debito più alto e abbiamo il problema di ridurlo, ma se guardiamo ai dati prospettici del passato, la dinamica della salita è più contenuta di altri Paesi”. Il problema è che “abbiamo un’eredità che veniva dall’altro secolo”.
Sui mercati finanziari la tensione è palpabile: lo spread di rendimento tra Btp e Bund decennali è tornato a scaldarsi e viaggia sui massimi di seduta in area 335 punti base, con il rendimento del Btp decennale oltre il 3,70%. Per lo spread si parla dei massimi dal 2013, mentre il rendimento del decennale viaggia sui massimi degli ultimi quattro anni.