La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’Italia, indicando un Pil in aumento dell’1,2% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024 (rispettivamente da 0,8% e 1%).
L’esecutivo europeo stima, inoltre, un deficit pubblico in calo al 4,5% quest’anno e al 3,7% nel 2024 e un debito pubblico in diminuzione al 140,4% del Pil nel 2023 e al 140,3% l’anno prossimo.
L’inflazione è attesa al 6,1% quest’anno e al 2,9% nel 2024, mentre per la disoccupazione si prevede rispettivamente un tasso del 7,8% e del 7,7%.
- Cosa significa il rialzo delle proiezioni di crescita
- Cosa è cambiato rispetto alle precedenti stime
- Cosa potrebbe succedere: Italia al top in Europa nel 2023
- Le dinamiche a sostegno del Pil dell’Italia
- Una buona notizia, ma la prudenza è d’obbligo
- I dubbi sul 2024 per l’Italia
- Cautela sulle prospettive per la zona euro
Cosa significa il rialzo delle proiezioni di crescita
Le previsioni economiche diffuse oggi dalla Commissione europea indicano un miglioramento delle prospettive per l’Italia, rispetto alle precedenti stime datate febbraio. Tuttavia, al tempo stesso i numeri segnalano anche un marcato rallentamento della crescita rispetto al 3,7% del 2022, determinato in gran parte dall’impatto dell’inflazione sui consumi.
Cosa è cambiato rispetto alle precedenti stime
Rispetto alle proiezioni di febbraio, è attesa una crescita più vigorosa per quest’anno. Nel 2024, tuttavia, è probabile un’espansione più moderata in confronto a quest’anno, seppur lievemente superiore alle previsioni invernali.
“Dopo una netta decelerazione nella seconda metà del 2022, si stima che il PIL in termini reali dell’Italia sia rimbalzato nel primo trimestre del 2023” afferma l’esecutivo UE nella nota di commento, ma “successivamente tornerà a tassi di crescita trimestrali più modesti fino alla fine del 2024”.
Cosa potrebbe succedere: Italia al top in Europa nel 2023
Laddove le prospettive per l’anno in corso venissero confermate, per l’Italia si prospetterebbe la “crescita più alta tra le maggiori economie europee”, un evento che “credo non avvenisse da molto tempo”, ha sottolineato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, presentando le stime di primavera. “L’Italia ha avuto una crescita negli ultimi tre anni pari al 12%, molto significativa”, seppur “successiva a una crisi del -9% durante la pandemia”.
Per Germania e Francia la Commissione prevede rispettivamente un +0,2% e un +0,7% nel 2023, mentre l’eurozona nel suo complesso è vista in crescita dell’1,1%.
L’espansione dell’economia italiana dovrebbe consentire un miglioramento graduale sul fronte dei conti pubblici, riducendo il rapporto fra deficit e Pil (dall’8% del 2022 al 4,5% nel 2023 e 3,7% nel 2024) e tra debito e Pil (da 144,4% del 2022 al 140,4% e successivamente al 140,3%).
Le dinamiche a sostegno del Pil dell’Italia
Nonostante il quadro macroeconomico incerto, ci sono alcuni fattori che hanno sostenuto e continuano a sostenere la crescita dell’Italia.
“Le famiglie italiane hanno continuato a consumare e a investire a un ritmo robusto grazie ai risparmi accumulati negli anni precedenti, ai crediti d’imposta sull’efficienza energetica degli alloggi e ad altre misure di sostegno del governo introdotte per mitigare l’impatto degli elevati prezzi dell’energia”, sottolinea la Commissione europea. “Si prevede che il tasso di risparmio delle famiglie continuerà a diminuire nel 2023, per poi salire in misura modesta nel 2024, in scia alla minore inflazione e all’aumento dei salari”.
Nel frattempo, il reinvestimento degli utili da parte delle imprese dovrebbe consentire di finanziare nuovi investimenti e contrastare in parte gli effetti negativi derivanti da tassi di interesse più elevati e da maggiori difficoltà nell’ottenere nuovi prestiti. Malgrado una progressiva riduzione, anche i crediti d’imposta sulle abitazioni continueranno a supportare gli investimenti, grazie anche alle risorse del PNRR.
Per Gentiloni “il contributo del Pnrr alla crescita italiana è fondamentale per la crescita dell’Italia e noi assumiamo che tempi e obiettivi delle erogazioni siano rispettati: prevediamo un contributo al Pil del 2,5% in tre anni ed è un dato molto consistente”.
Una buona notizia, ma la prudenza è d’obbligo
Il miglioramento delle proiezioni è senz’altro una notizia positiva, ma da prendere con la dovuta cautela. L’aumento delle stime sull’Italia si inserisce in un quadro generale che vede la Commissione Ue più positiva riguardo all’economia dell’intera zona euro, con una crescita attesa dell’1,1% quest’anno e dell’1,6% nel 2024 (rispetto allo 0,9% e all’1,5% di febbraio).
Tuttavia, le persistenti sfide e lo scenario incerto minacciano la resilienza dell’economia. Nonostante un rallentamento dell’inflazione generale, il dato core dell’eurozona resta ancora su livelli insostenibili e ben distanti dall’obiettivo della Bce. I funzionari hanno alzato le proiezioni per la crescita dei prezzi al consumo al 5,8% quest’anno e al 2,8% nel 2024. Motivo per cui la banca centrale alzerà verosimilmente altre due volte il costo del denaro, dopo il ritocco dei giorni scorsi che ha portato il tasso di rifinanziamento principale al 3,75%.
In tale scenario, “i consumi privati sono destinati a rimanere contenuti, poiché la crescita dei salari è in ritardo rispetto all’inflazione”, afferma Bruxelles, ricordando inoltre le crescenti difficoltà di accesso al credito per famiglie e imprese.
I dubbi sul 2024 per l’Italia
Nonostante il trend positivo, le proiezioni per il 2024 indicano un rallentamento della crescita italiana, che resterebbe nuovamente arretrata rispetto agli altri Paesi dell’area euro. Questo scenario mette in luce l’importanza di adottare politiche economiche adeguate per sostenere la crescita nel lungo periodo e consolidare i risultati raggiunti.
Se da un lato le previsioni aggiornate rappresentano un segnale positivo per l’economia nazionale, al contempo evidenziano dunque la necessità di continuare a lavorare per mantenere il trend in crescita anche nel 2024 e oltre.
Il rallentamento previsto per l’anno prossimo “è diverso dalla proiezione del governo a causa fondamentalmente di alcuni aspetti della politica espansiva che il governo considera che però non sono ancora definitivi nei loro contorni per cui non possiamo tenerne conto. Poi c’è un livello di investimenti che noi prevediamo meno favorevole rispetto alle previsioni italiane”, ha sottolineato Gentiloni.
Cautela sulle prospettive per la zona euro
“Grazie agli sforzi determinati per rafforzare la nostra sicurezza energetica, un mercato del lavoro straordinariamente resiliente e l’allentamento dei vincoli di offerta, abbiamo evitato una recessione invernale e siamo pronti per una crescita moderata“, ha dichiarato Gentiloni, commentando le nuove stime per la zona euro.
Tuttavia, ha avvertito che “le migliori prospettive di crescita non devono essere motivo di compiacimento”, poiché “i rischi rimangono troppo elevati e la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua a gettare un’ombra di incertezza sulle prospettive”.