Economia

Commissione Ue: Covid è una minaccia alla stabilità dell’Unione monetaria

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La Commissione europea, nel prevedere un drammatico impatto dell’emergenza coronavirus sulla produzione economica nel 2020, ha aggiunto che la forza di questa crisi potrebbe mettere nuovamente in discussione la stabilità dell’Eurozona. Un messaggio che prevede implicazioni particolarmente importanti in particolare per Paesi come l’Italia, la cui vulnerabilità dovuta all’elevato debito ha spesso messo in discussione la possibilità di un’uscita traumatica dall’euro.

La previsione della Commissione europea per la crescita dell’Unione Europea nel 2020 è del -7,4%, una previsione basata su “ipotesi benigne”, afferma l’esecutivo Ue. Nel 2021 il recupero previsto si limiterà al +6,1%. Rispetto alle previsioni dell’autunno scorso la Commissione si aspetta un crollo nel volume degli investimenti pari a 850 miliardi di euro nel 2020 e nel 2021.

Nel complesso, l’Ue si ritroverebbe a fine 2021 con una produzione economica del 3% inferiore rispetto a quanto previsto nelle precedenti stime della Commissione europea.

I rischi per la tenuta dell’euro

I rischi per la stabilità dell’Eurozona saranno amplificati nel caso in cui un potente Fondo di solidarietà europeo non sarà messo in funzione per sostenere la spesa pubblica dei Paesi più colpiti dalla pandemia.

“Il rischio, altrimenti, è che la crisi porterà a gravi distorsioni nel mercato unico e a radicali divergenze economiche, finanziarie e sociali tra gli Stati membri dell’area dell’euro che potrebbero in definitiva minacciare la stabilità dell’Unione economica e monetaria“, ha comunicato la Commissione europea.

Le “radicali divergenze economiche” cui fa riferimento la Commissione risultano particolarmente evidenti se si considera che Grecia, Spagna e Italia dovrebbero cedere oltre il 9% del Pil nel 2020 quando, ad esempio, la Polonia limiterebbe i danni a un -4,3%. Il colpo del coronavirus e dei relativi lockdown sull’economia, non sarà equo e sembra destinato a danneggiare maggiormente alcuni Paesi i cui debiti erano già più costosi da onorare.

Il pericolo di una recessione più profonda e prolungata è molto reale“, ha aggiunto la Commissione Ue, “le previsioni puntuali presentate in questo documento dovrebbero quindi essere intese solo come uno tra diversi possibili scenari”. E gli altri, difficilmente saranno migliori.