New York – Il mercato delle commodities sembra essere guidato da due linee di pensiero. Mentre Morgan Stanley assume una posizione buy, Goldman Sachs Group, all’opposto, consiglia di vendere. E almeno per oggi sembra aver azzeccato la previsione.
Se Morgan Stanley avvisa che uscire dal mercato ora sarebbe prematuro, perché l’aumento dei prezzi registrato fino ad ora – nel petrolio, nel grano, nell’oro e nelle altre commodities – non si è ancora allineato alla domanda, Goldman avverte che il prezzo potrebbe non riflettere più i fondamentali di domanda e offerta e che pertanto ci potrebbe essere un calo nei prossimi 3 – 6 mesi.
Ma al momento il mercato sembra seguire il primo consiglio e punta a ulteriori rialzi, con i fondi di investimento che al 26 aprile detenevano circa 1,49 milioni di futures e opzioni in 18 commodities, circa il 57% in più rispetto a un anno fa, secondo i dati del US Commodity Futures Trading Commission.
Intanto secondo quanto scritto ieri da Bloomberg, citando l’andamento del Standard & Poor’s GSCI Total Return Index, le commodities hanno fatto meglio di bond, azioni e del dollaro da dicembre, il periodo più lungo da 14 anni, con un rialzo mensile che dura ormai da 8 mesi.
Goldman avverte che ci sono i primi segnali di una minore domanda di greggio dagli Stati Uniti, gli speculatori stanno puntando eccessivamente su ulteriori rialzi, ma le rivolte avrebbero già raggiunto il culmine e ci sono più probabilità di un miglioramento della situazione nei paesi produttori in Medio Oriente.
Basta aggiungere l’aumento dei costi dell’energia e il calo della produzione in Giappone a seguito del terremoto dell’11 marzo, per completare il quadro di una minore domanda di commodities industriali. In sostanza, il consiglio è di essere “underweight” sulle commodities per i prossimi 3 -6 mesi. Le loro stime sull’andamento del Standard & Poor’s GSCI Total Return Index parlano ora di un rialzo tra il 10% e il 12% – dopo il calo a breve – rispetto al 14% precedentemente stimato.
Come già anticipato, per contro, Morgan Stanley ha detto di essere “very long” su petrolio, grano e oro, mentre sarebbe bearish su zucchero, gas naturale, cotone e caffè.