NEW YORK (WSI)- Le dichiarazioni del numero uno della Fed Ben Bernanke, sulla possibilità che il “tapering”, ovvero la riduzione delle misure straordinarie di quantitative easing fino a questo momento adottate, alimentano la convinzione secondo cui le quotazioni dell’oro rimarranno sotto pressione.
“Per chi punta sull’oro, una delle conferme che arrivano dalla Fed è che, viste le preoccupazioni di Bernanke, il piano di stimoli di politica monetaria è di fatto già concluso”, ha commentato Ric Spooner, responsabile analista presso CMC Markets, intervistato dalla Cnbc.
I prezzi del petrolio, a suo avviso, continueranno a scendere dai livelli attuali, con il contratto WTI quotato sul Nymex che “scenderà nel range compreso tra $1.150-1300 nei prossimi mesi”.
D’altronde, almeno negli Stati Uniti l’inflazione -esclusa la componente dei prezzi energetici e prezzi alimentari – è salita nell’anno fino ad aprile di appena +1,1%, registrando il rialzo più contenuto da quando le rilevazioni sono iniziate nel 1960. E’ anche vero che questo è un motivo per cui, come spiega Drew Matus, ex economista della Fed di New York e ora economista presso UBS a Stamford, in Connecticut, Bernanke & colleghi non dovrebbero avere tutta questa fretta di ridurre la portata del quantitative easing. Ma è anche vero che, in questo contesto, l’oro viene interpretato come uno strumento meno necessario per proteggersi dalle pressioni inflazionistiche.
La reazione sui mercati si è fatta vedere subito, con i prezzi spot dell’oro che sono scesi al nuovo minimo in due anni, sotto la soglia dei $1.300 l’oncia. Passate le 12 ora italiane, le quotazioni – che già hanno perso -17% dalla metà di aprile, causa lo smorzarsi delle pressioni inflazionistiche in tutto il mondo – sono scambiate sul Comex a 1.288,10, con un tonfo -6,22%.
Secondo Sean Hyman, di Ultimate Wealth Report, le quotazioni potranno scendere fino a $1.000, prima di tornare a crescere; la rottura al ribasso della forchetta laterale compresa tra $1.520 e $.1800 ha creato infatti in target minimo iniziale tra $1.200 e $1.250, che ora può essere di nuovo sfondato al ribasso.
Dal canto suo, Société Générale ha tagliato le stime sulle quotazioni dell’oro per il quarto trimestre a $1.200 da $1.375.