L’Italexit metterebbe il sistema bancario globale nella posizione di dover operare ricapitalizzazioni più massicce rispetto a quelle messe in campo dopo la crisi del 2008: lo ha dichiarato a Cnbc, a margine del forum Ambrosetti, il ceo di Principal Global Investors, Jim McCaughan. La buona notizia è che, secondo l’investitore, le possibilità che questo evento si verifichi restano basse fintantoché l’opinione pubblica resterà convinta di voler restare all’interno dell’Unione Europea.
“Un’uscita italiana dall’Ue e un’uscita italiana dall’euro sarebbe un evento molto, molto doloroso per il sistema bancario europeo e quindi mondiale, che potrebbe richiedere la più grande ricapitalizzazione bancaria di sempre – più grande di quella degli Stati Uniti nel 2008″ ha dichiarato, ma “con l’opinione pubblica in Italia che rimane pro-UE penso che non entreremo in quel tipo di tensione”.
In vista della nota di aggiornamento al Def, McCaughan ha detto di aspettarsi un livello di deficit un po’ superiore rispetto alle precedenti aspettative, ma nulla che giustifichi rotture nette con l’Unione europea.
“Penso che ci sarà una sorta di compromesso per continuare a vivere con l’Ue, in quanto il popolo italiano desidera restarvi, non vuole una situazione ‘alla Brexit’. Detto questo, sono i due vicepremier Salvini e Di Maio ad avere il vero potere in Italia e nessuno di loro è particolarmente pro-Bruxelles, ma piuttosto il contrario. Io penso che andranno verso una finanziaria che vada bene al popolo italiano e forse più espansivo di quello che Bruxelles vorrebbe”, ha dichiarato McCaughan.
Il programma di governo, se realizzato subito e alla lettera, produrrebbe sì uno sforamento ben superiore ai parametri Ue su deficit, ma secondo McCaughan queste promesse verranno “aggirate” e rimandate per il futuro.