“Macché reddito di cittadinanza: serve moneta sovrana per creare 7-8 milioni di posti di lavoro, nel più breve tempo possibile, o il grande capitale straniero – francese, in primis – sbranerà quel che resta dell’Italia”. È questa la proposta di Nino Galloni, economista, ex direttore generale al ministero del Bilancio, sindaco effettivo dell’Inpdap dal 2002 al 2010 e attualmente membro effettivo del Collegio dei sindaci dell’Inps, che, in un’intervista a Claudio Messora, su “ByoBlu”, sottolinea:
“la situazione sociale si sta sempre più lacerando, fino a un’eventuale rottura”. Il motivo va cercato soprani nel fatto che l’ultima mini-ripresa “ha favorito 20 milioni di italiani ma ce ne sono 15 che restano in condizioni di povertà vera e propria, mentre 25 milioni di italiani stanno scivolando verso il baratro, senza neppure il paracadute del welfare, che ormai è residuale e protegge solo i poveri”.
Non si sa fino a che punto tutto questo sia sostenibile, riassume Galloni, secondo cui
“Quelli che stanno bene possono permettersi di pagare di tasca propria i servizi sanitari per i figli, l’assistenza agli anziani e quant’altro. I più poveri, bene o male, hanno accesso alla gratuità. Ma il grosso della classe media non ha sufficiente reddito per pagarsi i servizi essenziali”.
Sul fronte dell’industria, sottolinea Galloni mette in evidenza che:
“l’Italia ha perso la grande industria privata, compreso l’80% di quella a partecipazione statale, che era un gioiello (ma quel 20% che ci rimane ancora fa molta gola a parecchi, compresi i francesi). Però, aggiunge Galloni, abbiamo mantenuto in vita l’80% della piccola industria, delle piccole imprese.
La soluzione? Per l’economista
“Lo Stato può emettere una sua moneta, in qualsiasi momento. Il Trattato di Maastricht (articolo 128a) dice che non possiamo stampare banconote. Che problema c’è? Basta stampare “Statonote”, a circolazione nazionale, da usare per assumere e per fare investimenti, perché poi chi le accettasse le utilizzerebbe per pagare le tasse”.
No dunque al reddito di cittadinanza che, a suo avviso, vuol dire:
“togliere a una parte della classe media delle risorse per darle a quelli che non hanno reddito”.
Il vero reddito di cittadinanza, dice Galloni, deve consistere nella creazione di 7-8 milioni di posizioni lavorative «per mandare a regime tutte le esigenze della società italiana in termini di ambiente, di assetto idrogeologico del territorio, di cura delle persone (soprattutto gli anziani, ma anche i bambini) e di recupero del patrimonio artistico, archeologico e comunque esistente: manutenzioni, strade e ferrovie».
Quindi, “se davvero vogliamo essere un paese moderno, è chiaro che abbiamo bisogno di 7-8 milioni di addetti”. Ma non ne abbiamo, “quindi non c’è bisogno di fare il reddito di cittadinanza“. C’è bisogno invece di lavoro: che si può creare rapidamente, con una moneta di nuovo sovrana.