Oggi in Italia è atteso il dato sulla produzione industriale di settembre che potrebbe registrare un peggioramento risentendo negativamente del rafforzamento dell’euro registrato a settembre.
Tassi di Interesse: in area euro tassi di mercato in calo dopo che Trichet nella conferenza successiva alla riunione della Bce, conclusasi con tassi invariati, ha ribadito che le autorità monetarie continueranno a monitorare attentamente l’andamento del mercato creditizio e valutario, per valutarne l’impatto su crescita e prezzi. La Bce si è detta pronta ad intervenire in qualsiasi momento al fine di preservare la stabilità dei prezzi, ma ha evidenziato anche forti preoccupazioni per la crisi creditizia in atto e per il forte rafforzamento della valuta portando a pensare che l’eventuale rialzo dei tassi sarà effettuato solo dopo un rientro delle turbolenze sui mercati finanziari. I tempi di rientro non si preannunciano però brevi, lasciando aperta l’ipotesi di tassi fermi ancora per qualche mese. Sul decennale il principale supporto si colloca a 4,10%.
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Negli Usa tassi di mercato biennali in marcato calo con sensibile irripidimento di curva. Il discorso di Bernanke ha ulteriormente rafforzato l’aspettativa di un taglio dei tassi il prossimo 11 dicembre. Bernanke da un lato ha dichiarato di attendersi un ridimensionamento notevole della crescita nel trimestre in corso che potrebbe perdurare fino al prossimo semestre e dall’altro ha anche sottolineato i rischi inflattivi. Gli operatori si sono concentrati soprattutto sul primo punto. Bernanke ha anche aggiunto che i rischi sulla crescita sono al ribasso. Il capo della Fed infine ha anche formulato una proposta che potrebbe contribuire alla risoluzione della crisi del credito: consentire temporaneamente a Fannie Mae e Freddie Mac di acquistare anche i mutui c.d. jumbo (ossia quelli superiori a 417.000$) fino ad un massimo di 1Mld$, avvalendosi però della garanzia dello stato. Si tratta di una proposta che ha incontrato la favorevole accoglienza del presidente della commissione. Favorevole anche il giudizio di Bernanke sull’ipotesi di introduzione di un c.d. superfondo finalizzato all’acquisto di asset da parte dei veicoli finanziari, a condizione però che i prezzi di cessione siano trasparenti. Nel frattempo le condizioni sul mercato monetario appaiono ancora turbolente, a giudicare dall’ennesimo calo settimanale delle asset backed commercial paper. Nel breve ribadiamo l’importanza del supporto a quota 4,25% sul decennale.
Valute: nuovo record dell’Euro vs. Dollaro a quota 1,4738, dopo un temporaneo recupero del biglietto verde di ieri successivo alle dichiarazioni di Trichet, dichiaratosi contrario a movimenti brutali dei cambi. Il rafforzamento dell’attesa di un taglio dei tassi della Fed gioca contro il biglietto verde. La resistenza è posta a quota 1,4780. Nel frattempo si rafforzano i segnali di una più duratura, sebbene temporanea, fase di rafforzamento del Dollaro verso Euro. Supporto a quota 1,4617. Lo Yen è tornato a deprezzarsi, in modo particolare verso Euro nel corso della notte, nonostante il ribasso del listino azionario giapponese. A penalizzare il listino la notizia che Mizuho Securities potrebbe annunciare una perdita da 890Mln$ legata al settore subprime. Prosegue l’apprezzamento dello Yuan, dopo che il segretario del Tesoro Usa Paulson ha criticato la Cina per avere una politica non allineata con il resto del mondo, chiedendo un apprezzamento più marcato della valuta asiatica.
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Materie Prime: il greggio Wti si mantiene intorno ai 96$/b nonostante l’Opec ieri abbia annunciato che potrebbe essere pronta ad aumentare la produzione nella propria riunione del 5 dicembre qualora notasse carenza di offerta. A controbilanciare tale annuncio ha contribuito la notizia della chiusura da parte di ConocoPhillips e BP impianti nel mare del nord a causa dell’arrivo di una tempesta attesa per oggi. Positivi i metalli industriali ad eccezione del rame, ai minimi delle ultime 11 settimane dopo l’ennesimo rialzo delle scorte a Londra sui massimi da 6 mesi. Male anche il piombo (-3,5%). Ancora un rialzo per i preziosi grazie alla debolezza del Dollaro, particolarmente brillante l’argento (+1,2%) sui massimi degli ultimi 26 anni. Tra gli agricoli in calo il grano (-3,3%) dopo che alcuni paesi africani hanno cancellato i loro ordini dagli Usa.
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