Economia

Condono? Equitalia verso rottamazione cartelle

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NEW YORK (WSI) – Sarebbero circa 400 mila i contribuenti italiani che, secondo le prime stime che circolano in ambienti di governo, potrebbero aderire alla maxi-operazione di rottamazione delle cartelle di Equitalia, una delle misure allo studio del ministero dell’Economia, che potrebbero entrare nella prossima legge di Stabilità.

A spiegarlo è una relazione illustrativa sul tavolo di Palazzo Chigi e del Tesoro in vista della predisposizione della manovra che sarà approvata questo fine settimana e che dovrebbe essere presentata alle Camere il prossimo 20 ottobre. Dalla maxi-operazione, il governo spera di incassare circa un miliardo di euro.

Il condono Equitalia, cui ha recentemente accennato il vicemistro all’Economia Enrico Zanetti, non è tuttavia ancora certo poichè ancora in fase di studio anche e soprattutto a causa della titubanza del Ministro Pier Carlo Padoan.

Non si tratta, come ha spiegato Zanetti, di un vero e proprio condono ma di un aiuto per aiutare i contribuenti a regolarizzare le posizioni di evasione fiscale attraverso un meccanismo che ricorda quello del voluntary disclosure.

“La rottamazione delle cartelle di Equitalia – ha spiegato il viceministro dell’economia Enrico Zanetti – è una mossa intelligente che consente a molte piccole imprese di voltare pagina rispetto a uno degli effetti più odiosi della lunga crisi”.

Nel dettaglio, la misura prevederebbe il pagamento in un’unica soluzione o fino a tre rate, entro il 2017, godendo di uno sconto che alleggerirebbe il proprio debito. Nello specifico, sanzioni e interessi verrebbero cancellati e sostituiti con un aggio forfettario nella misura del 3%.

Nei casi più gravi di evasione fiscale, chi aderirà alla rottamazione vedrà interrotto l’eventuale processo penale a proprio carico, sempre che non sia già stato aperto il rito processuale.

Tornando alla proposta della rottamazione delle cartelle, la relazione spiega che il “magazzino” di Equitalia che comprende tutti i carichi affidati all’agente della riscossione dal primo gennaio del 2000 fino al 31 dicembre del 2015, ammonta a 1.058 miliardi di euro. In pratica una somma pari a circa la metà del debito pubblico italiano.