La guerra in Ucraina pesa sempre di più anche sull’economia dell’Italia tanto che numerosi esponenti del mondo economico si attendono una possibile recessione. Il centro studi di Confindustria parla di “netto indebolimento” a marzo, di un ormai “compromesso” aprile, e vede “prospettive cupe” delle quali sarà difficile liberarsi perché con i tassi in aumento l’Italia avrà sempre meno margini per manovre espansive.
Italia in recessione?
In uno scenario in cui “la durata della guerra è una variabile cruciale”, e ipotizzando che da luglio finisca o si riducano incertezza e tensioni, il Centro studi di Confindustria stima una crescita del Pil 2022 tagliata a +1,9% “con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre “quando tutti i previsori erano concordi su un +4%”. “Anche nello scenario meno complicato i numeri che sono usciti dal rapporto spaventano, spaventano in maniera molto forte”, sottolinea il leader degli industriali, Carlo Bonomi.
Considerando il +2,3% di crescita acquisita per “l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso” l’Italia “entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate”. Il ritorno a livelli pre-Covid “slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo”. Nello scenario di previsione “nella prima metà del 2022, quando si dispiegheranno pienamente gli effetti negativi della guerra, l’economia italiana” entrerebbe “in una ‘recessione tecnica’ con un calo di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri”.
Previsioni fosche sull’Italia sono arrivate anche dal Fondo monetario, che stima un incremento del Pil del 2,3% nel 2022, con un taglio di 1,5 punti sulle previsioni di gennaio. In frenata anche il 2023, quando il Pil crescerà dell’1,7%, vale a dire mezzo punto in meno
Per “alcune delle più grandi economie europee come Francia, Germania, Regno Unito e Italia” è previsto “una crescita trimestrale molto debole o negativa alla metà del 2022”.
Il responsabile del Dipartimento Ue del Fmi, Alfred Kammer, precisa: economie come “Francia, Germania, Italia e Gb sono previste crescere a malapena o anche contrarsi per due trimestri consecutivi quest’anno”, innescando quindi la cosiddetta ‘recessione tecnica’.
Per l’Italia l’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio, stima del resto per il primo trimestre dell’anno una contrazione dell’economia di circa lo 0,5%, con un intervallo di variazione molto ampio ma comunque bilanciato (tra -0,9 e 0,1 per cento). Alla flessione nella manifattura farebbe riscontro un minore indebolimento dei servizi, sostenuti dall’allentamento delle restrizioni contro il Covid-19.
Per Bankitalia, “la recessione poco probabile”
Tanto pessimismo non è però condiviso da Bankitalia, secondo cui una recessione in Italia “è poco probabile”. “Quello in Ucraina è un conflitto gravissimo, un evento terribile, ma è circoscritto e al momento non ha quella dimensione globale che ha avuto la crisi finanziaria del 2009 o la pandemia stessa” ha detto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in un’intervista al Tg3.
Visco ha spiegato anche che “per i prossimi mesi continueremmo ad avere alti prezzi del gas e del petrolio, oscilleranno intorno a questi livelli alti per poi scendere nel corso del secondo semestre, e con più decisione alla fine dell’anno”.
“Sicuramente l’Italia è in grado di reggere” il peso delle sanzioni alla Russia “e credo che possiamo mantenere anche i nervi saldi, con un’attenzione particolare alle fasce più deboli della popolazione che più saranno colpite”, ha aggiunto il governatore della Banca d’Italia