ROMA (WSI) – Finalmente potrebbe arrivare una norma per contrastare il conflitto di interessi tra cariche pubbliche e private, una anomalia inspiegabile, tutta italiana.
Ieri è stato presentato un emendamento al disegno di legge di Riforma costituzionale che porta la firma di Sinistra ecologia e libertà. Il precedente ddl a riguardo, presentato a inizio dicembre, era stato rinviato.
Si tratta di poche righe che fanno ben sperare il capogruppo di Sel Arturo Scotto, secondo cui tutti possono votare il testo, “da destra a sinistra”, e che trova il consenso delle associazioni che si battono in materia.
I proponenti ritengono la normativa “un provvedimento urgente che rappresenta un tassello imprescindibile per separare la politica dalle lobbies e dagli interessi privati”.
“Se ci sarà una legge sul conflitto di interessi – dice l’associazione “Il trust in Italia” – è auspicabile che il provvedimento contenga il cosiddetto blindtrust (trust cieco), così come al momento prevede il testo del progetto di legge rimandato all’esame della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio”.
In un comunicato l’associazione sollecita una soluzione per porre fine immediatamente ad un’anomalia che nel nostro paese dura da troppo tempo.
L’emendamento all’articolo 27 della riforma costituzionale prevede l’inserimento, dopo il comma 2 dell’articolo 97 della Costituzione, del testo seguente: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche sono tenuti ad operare nell’esclusiva cura degli interessi pubblici e in assenza di conflitto di interessi”.
L’associazione accoglie con favore il progetto di legge, sottolineando che la soluzione era stata “già opportunamente consigliata dal Presidente dell’Autorità della Concorrenza e del Mercato, il prof. Pitruzzella”.
“Tuttavia – si sottolinea nel comunicato – perché la scelta del blind trust funzioni al meglio, sarebbero opportune quelle modifiche tecnicamente necessarie che possano assicurare una corretta applicazione dello strumento intrapreso evitando rischiosi aggiustamenti che ne snaturino gli effetti”.
L’Associazione ‘Il trust in Italia’ – conclude la nota – si rende disponibile ad offrire il proprio contributo ai lavori della commissione Affari Costituzionali, “in un clima di costruttiva e democratica dialettica”.
(DaC)