Il conflitto tra Russia e Ucraina manda in orbita i titoli della Difesa alla Borsa Italiana. E a beneficiarne sono soprattutto Leonardo e Fincantieri che, nell’ultimo mese, hanno realizzato guadagni rispettivamente del +28% e +6% a fronte del -13% segnato dal Ftse Mib. A scatenare la corsa agli acquisti è stato soprattutto il piano di riarmo da parte della Germania. Allo scopo di rispondere all’invasione russa dell’Ucraina, Berlino ha stanziato 100 miliardi di euro per rafforzare il proprio esercito. Un annuncio analogo, anche se di tutt’altra portata, dovrebbe arrivare dall’esecutivo italiano.
A questo proposito, lo scorso primo marzo, il premier Mario Draghi in Aula al Senato ha spiegato che “la minaccia portata dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo fatto finora”. “È necessario procedere spediti sul cammino della difesa comune – ha continuato – per acquisire una vera autonomia strategica, che sia complementare all’Alleanza Atlantica. Possiamo scegliere se farlo a livello nazionale, oppure europeo. Il mio auspicio è che tutti i Paesi scelgano di adottare sempre piu’ un approccio comune. Un investimento nella difesa europea è anche un impegno a essere alleati”.
In termini finanziari, secondo Il Fatto Quotidiano, il governo italiano starebbe valutando con la prossima legge di bilancio (ottobre 2022) un incremento graduale della spesa militare di circa 8/10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Il piano attualmente in studio al ministero della Difesa e al Mef porterebbe la spesa militare dagli attuali 30 miliardi di euro all’anno a 38/40 miliardi tra il 2027 e il 2028, avvicinandosi all’obiettivo Nato del 2% di spesa per la difesa/pil.
Titoli difesa: le stime degli analisti
‘A differenza di quanto annunciato dalla Germania, il piano allo studio in Italia prevede solo un incremento graduale della spesa per la difesa, ma rappresenterebbe un’ulteriore conferma del cambio di atteggiamento dei Paesi europei su questa voce di bilancio’, hanno commentato gli analisti di Equita, ricordando che l’Italia attualmente investe nella Difesa meno dell’1,5% del Pil, ma la decisione della Germania potrebbe fare da apripista a un possibile aumento.
In termini societari, gli esperti della sim hanno ricordato che per Leonardo il business militare pesa l’80% del fatturato dell’intero gruppo, con l’Italia che rappresenta circa il 16% del fatturato. Equita ricorda ancora che il gruppo “’ha un’esposizione diretta modesta alla Germania, principalmente attraverso il 25% detenuto in Hendsoldt”, ma “alla luce dell’attuale contesto” gli analisti si aspettano che “la posizione presa dalla Germania possa essere seguita da altri annunci di aumento delle spese militari da parte di paesi occidentali”.
La notizia, tra l’altro, ricorda Equita, impatta anche su Fincantieri, visto che per la società il business militare pesa complessivamente circa il 25% del fatturato. Gli analisti della sim hanno raccomandato un ‘Buy’ sulle azioni di Leonardo, con target di prezzo a 8,8 euro. Raccomandano invece cautela (‘Hold’) su Fincantieri, con target di prezzo a 0,69 euro.
Equita