ROMA (WSI) – A congressi provinciali praticamente chiusi è guerra dei numeri nel Pd sull’esito del primo round congressuale. Il Comitato di Gianni Cuperlo fa sapere che, in base ai primi dati in proprio possesso sui 250mila votanti, oltre il 50% avrebbe espresso la propria preferenza per candidati alle segreterie provinciali che al nazionale voteranno per l’ex Ds, 49 su 85, mentre i renziani sarebbero 35 e 1 civatiano. Dati «falsi», è la replica dei renziani che accusano i cuperliani di voler «avvelenare i pozzi» e rivendicano 47 segretari provinciali che al nazionale sosterrebbero Renzi contro i 38 a favore di Cuperlo. Dal fronte renziano si sottolinea, inoltre, come i congressi locali facciano storia a sé e ci sia anche un dato di mescolanza territoriale. «Da regolamento – attacca Stefano Bonaccini, coordinatore della campagna per le primarie del sindaco – è fatto divieto di collegare le candidature locali con quelle nazionali».
La tensione, dunque, resta alta mentre sotto la lente d’ingrandimento resta il caso dei tesseramenti “last minute”. Un nodo sul quale domani si confronterà anche la segreteria convocata da Guglielmo Epifani (e nella quale si discuterà anche di legge di stabilità e `caso Cancellieri´) così come la commissione congresso che si riunirà subito dopo. Alle polemiche già in corso si aggiungono, infatti, nuovi casi. Oggi è alta tensione a Trapani dove per un solo circolo sono andati in scena addirittura due congressi con tanto di elezione di un “doppio”segretario. O ancora a Cosenza dove i renziani hanno presentato ricorso alla commissione nazionale denunciando uno stop ai tesseramenti che «contribuisce a turbare lo svolgimento della competizione».
Cuperlo insiste nella proposta, al momento, però, non accolta di chiudere il tesseramento prima dell’avvio della seconda fase del congresso, quella che vede i candidati segretari nazionali misurarsi con il voto degli iscritti, che inizia la prossima settimana. E, pur convenendo sul fatto che si tratta di episodi circoscritti, si dice «angosciato» da tutta la vicenda che «ha a che fare con la trasformazione del modo di essere di un partito». «La verità – sottolinea il bersaniano Alfredo D’Attorre – è che tenere aperto tutto fino alla fine non ha funzionato. È stata una scelta votata da tutti ma forse dovremmo fare autocritica perché il patrimonio degli iscritti va curato e regolamentato. Per questo trovo giusta la proposta di Cuperlo che Renzi dovrebbe appoggiare».
Sul punto, però, il sindaco ha già replicato. «Il segretario viene eletto con le primarie», ha già avuto modo di dire, non senza attirarsi critiche. D’altra parte, secondo un sondaggio che circola in ambienti renziani, su quella platea non ci sarebbe storia. E Renzi sarebbe saldamente in testa tra gli elettori Dem con percentuali che sfiorerebbero il 70%. Un dato che verrebbe confermato, tra l’altro, da un’indagine sulla fiducia nei suoi confronti da parte dei potenziali elettori alle primarie che lo vedrebbe al 74% con Gianni Cuperlo al 26%; Pippo Civati al 25% e Gianni Pittella al 13%.