Le sfide imposte dalle nuove direttive e dalla tecnologia richiedono una rivoluzione per le banche. Se ne parlerà al congresso Assiom Forex che si svolgerà venerdì 1 e sabato 2 febbraio a Roma
Dott.sa Segre, in qualità di consigliere di Assiom Forex, ci può dire quale sarà il tema del 25° congresso?
“Il tema dominante di questa edizione sarà la sfida della crescita economica. Il 2019 si presenta come un anno carico di incognite. I principali operatori sono allineati nel pronosticare una frenata della congiuntura nella prima parte dell’anno. In questo contesto anche il rischio Italia continua a essere ben presente”.
Cosa prevede l’agenda degli appuntamenti?
“Ci sarà il consueto discorso del governatore della Banca d’Italia alla comunità finanziaria, il primo dell’anno. Ignazio Visco illustrerà lo stato dell’economia italiana, lo scenario per le banche, e chiuderà con uno sguardo sull’Unione europea.
Il workshop che aprirà il congresso venerdì 1 febbraio proseguirà il dibattito, avviato durante il Pan european banking meeting, sulla nuova infrastruttura digitale che domina l’evoluzione del sistema bancario, una vera e propria sfida all’efficienza e alla competizione nei servizi bancari. Sarà vincente chi è in grado di strutturare efficacemente i propri servizi mettendo al centro l’individuo e il suo ciclo di vita.
Nella tavola rotonda del sabato, infine, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni finanziare condivideranno le loro previsioni per i mesi successivi che vedranno, tra gli appuntamenti più importanti, le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo”.
Quali sono gli impatti della Mifid 2 e della Psd2 sull’attività delle banche italiane?
“Come in tutti i grandi cambiamenti ci sono vittoriosi e vinti. Sicuramente i risparmiatori hanno vinto, visto che le normative vanno nel senso di rafforzare il sistema di tutele a loro favore e favoriscono la competizione tra gli intermediari.
Tuttavia la Mifid 2, nata per offrire maggiore trasparenza negli investimenti, insieme alle altre normative, dalla Psd2 nata per creare l’open banking alla Gdpr che tutela le informazioni personali dei clienti, rappresenta per le banche anche un’enorme opportunità per modificare il proprio modello di business.
In particolare la Mifid 2 ha avuto un ruolo di acceleratore di un cambiamento inevitabile per stare al passo con i tempi, al di là degli oneri per l’adeguamento delle strutture organizzative. La direttiva Psd2, per contro, ha di fatto aperto a terzi soggetti non bancari autorizzati la possibilità di accedere ai dati finanziari dei risparmiatori”.
Che sfide devono affrontare ora le banche?
“Già dal titolo scelto nel Pan European Banking Meeting dello scorso ottobre, giunto alla sua sedicesima edizione ‘La Rivoluzione dei Pagamenti nell’Ue: Psd2 e digitalizzazione nel sistema bancario italiano al servizio dell’industria’ era evidente come l’intento di Assiom Forex fosse, non solo quello di approfondire un tema rispondente ad una forte richiesta dei suoi oltre 1300 soci , ma lanciare un monito sulla necessità sempre più stringente di recuperare il tempo impiegato a rincorrere la rivoluzione digitale dei servizi finanziari che rappresenta una strada senza via d’uscita per un cambiamento del modello di business dell’intero sistema bancario.
Una profonda trasformazione in atto quindi nel segno di un’evoluzione che se non colta appieno lascerà il passo alle corporate dette ‘Big Tech’ come Amazon, Google, Alibaba e Facebook per accaparrarsi una ghiotta fetta di margini nei servizi tipicamente di origine bancaria”.
Lo scorso anno siete stati promotori di un pubblico registro per le controparti aderenti al Forex. Che riscontri avete da questa iniziativa?
“Il Forex Global Code è stato lanciato 18 mesi fa e si notano progressi significativi nel numero dei firmatari ma resta la grande sfida di coinvolgere anche i partecipanti non bancari. Banche centrali e istituti di credito dominano la lista dei 612 registrati sul Global Index of Public Registers, rappresentando i due terzi del totale. Di queste entità, infatti, le banche sono 468, molte delle quali appaiono su più di un registro. Le 55 linee guida rappresentano uno standard cruciale ed un punto di non ritorno per dare solidità strutturale ad un mercato che muove oltre 5 triliardi di dollari Usa giornalmente e che troppo spesso ha subito duri colpi da scandali e manipolazioni che hanno giocato proprio sui vuoti normativi”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di gennaio del magazine Wall Street Italia