Cresce l’attesa per il Consiglio europeo in calendario questo pomeriggio alle ore 15 i leader Ue si ritroveranno in videoconferenza per discute sugli strumenti da adottare per finanziare la ripresa dell’economia europea messa in ginocchio dal Coronavirus.
Il vertice europeo non sarà risolutivo, come ha già annuncia lo stesso premier Giuseppe Conte, ma potrebbe fare dei passi avanti molto concreti sulla nascita del Recovery Fund, nato su proposta francese, subito appoggiata da Roma e un’altra dozzina di capitali ma contrastata dai nordici, contrari a una mutualizzazione dei debiti.
Le proposte, inclusa quella che l’Italia ha messo sul tavolo, cominciano a convergere almeno sul ruolo centrale del bilancio Ue che farà da garanzia al fondo. Questioni non semplici, su cui i leader avranno un primo confronto ma poi
aspetteranno che la Commissione presenti la sua proposta il 29 aprile, per avviare una discussione più puntuale.
Per il Recovery Fund, l’obiettivo del fronte del Sud è fare in fretta, cioè avere per giugno un accordo definitivo
anche sul bilancio Ue. E il fondo operativo da luglio.
La proposta italiana
La proposta italiana suggerisce che il fondo di solidarietà sia gestito dalla Commissione Ue, con l’implicita garanzia del
budget europeo, ma includendo inizialmente garanzie comuni di tutti gli Stati membri. Questo perché le garanzie del bilancio pluriennale ci saranno solo a partire dal 2021.
Se il fondo deve essere operativo prima, gli Stati devono anticiparle. Ma poi, progressivamente, saranno sostituite da quelle comuni che si troveranno alla voce ‘risorse proprie’ del bilancio, ovvero nuove tasse europee, come quella sulle emissioni. Grazie a quelle garanzie la Commissione Ue raccoglierà nuove risorse sui mercati finanziari, per dare prestiti ‘back to back’ agli Stati membri, con “scadenze il più possibile a lungo termine”.
Sul tavolo, oltre a quella italiana, restano anche la proposta francese e quella spagnola, a cui l’Italia guarda con favore. Infine c’è anche un progetto tedesco messo a punto dalla presidente della Commissione Ue Von der Leyen e la cancelliera tedesca Angela Merkel .
La proposta francese
Il piano francese legherebbe il Recovery Fund a un veicolo costruito ad hoc, in grado di emettere strumenti di debito comune e di erogare fondi ai paesi membri. Proposta appoggiata dall’Italia che chiede di integrarla rispetto alla sua originaria formulazione.
La proposta spagnola
L’idea del governo spagnolo parte da una considerazione: le nuove misure di aiuto non devono aumentare i debiti pubblici. Poi elabora la sua idea di Recovery Fund e introduce un concetto nuovo nel dibattito in corso: deve essere finanziato attraverso un “debito europeo perpetuo”, e funzionare come i meccanismi attualmente in uso per finanziare parte del bilancio Ue, cioé quelle minime emissioni comuni gia’ in campo da anni come il piano Invest EU.
In sostanza il fondo, gestito dalla Commissione Ue, andrebbe sul mercato a finanziarsi emettendo titoli garantiti dal bilancio Ue. Gli Stati membri dovrebbero solo occuparsi di pagare gli interessi di quel debito comune, attraverso le risorse proprie del bilancio come una nuova tassa sulle emissioni. Madrid vuole una capacità di fuoco da almeno 1.000-1.500 miliardi, sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto e non di prestiti. E distribuite ai Paesi in base alle loro necessità, misurabili con indicatori chiari (calo del Pil, popolazione colpita) e non seguendo i criteri di distribuzione dei fondi strutturali Ue.
La proposta tedesca, gli Ursula bond
Nel frattempo la presidente della Commissione Ue Von der Leyen e la cancelliera tedesca Angela Merkel stanno mettendo a punto un Fondo che vada oltre il Recovery Fund francese, finanziato da maggiori contributi di ciascuno stato al bilancio dell’Unione Europea “che possa emettere titoli (gli Ursula Bond) e raccogliere soldi sui mercati per poi prestarli ai paesi più in difficoltà”, anticipa Il Post.
Qualunque proposta passi, è destinata almeno a raddoppiare la capacità del bilancio Ue, che è di circa 1.000 miliardi, se vuole proporsi come stimolo credibile.