Un anno segnato da eventi drammatici volge al termine e i leader dei governi degli Stati membri dell’Unione Europea che si riuniscono oggi a Bruxelles sperano che il peggio sia ormai alle spalle per la regione. In realtà il 2017 rischia di essere ancora più traumatico, come fa intuire la stessa agenda ricca di appuntamenti e situazioni critiche tutte ancora da risolvere nei prossimi mesi.
La Grecia rappresenta ancora un problema, le banche italiane non sono ancora state messe al sicuro, le prospettive geopolitiche in Medioriente e in Ucraina sono tremende, la crisi dei migranti non è risolta e vanno riviste le manovre di quei paesi, come l’Italia, che non hanno rispettato gli obiettivi di deficit.
Il tutto mentre i rischi politici di ribaltamento dello status quo e di salita al potere di movimenti populisti anti establishment ed euro scettici non sono mai stati così alti come ora. Le elezioni in Olanda, quelle presidenziali in Francia e quelle federali in Germania sono alle porte e forse si potrebbe tenere persino un voto anticipato in Italia – indicativamente tra aprile e giugno, sempre che per quella data sia stata rivista la legge elettorale.
Il Consiglio europeo, che si riunisce con cadenza regolare per definire le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Ue, sarà poi un battesimo di fuoco per Paolo Gentiloni. Sul tavolo del vertice Ue ci saranno oggi l’emergenza immigrazione e la persistente crisi nell’Ucraina dell’Est. Germania e Francia sono favorevoli a un’estensione delle sanzioni economiche contro la Russia a causa dei mancati progressi nell’accordo di Minsk per il cessate il fuoco in Ucraina. Ma l’Italia con Renzi ha espresso contrarietà, anche per via dei danni recati dalla rappresaglia russa nei confronti dei prodotti italiani. Le sanzioni contro la Russia scadono a fine gennaio ma sono state prorogate varie volte in passato.
Come ricorda Bloomberg negli ultimi 12 mesi è successo di tutto: un paese Ue ha votato a favore dell’addio al blocco (Brexit) per la prima volta dal dopo guerra, attacchi terroristici hanno colpito Parigi e Bruxelles, spingendo la Francia ha invocare lo stato di emergenza pressoché permanente (prolungato fino all’estate del 2017), sono cresciute le tensioni con il presidente russo Vladimir Putin, le cui azioni minacciano l’unità del blocco Ue a Est.
L’aggravarsi della crisi dei rifugiati ha messo in difficoltà i governi dell’intera area europea, persino la Cancelliera tedesca Angela Merkel, le cui politiche di apertura nei confronti degli stranieri in difficoltà hanno fatto calare i suoi indici di gradimento in patria. La crisi ha persino rimesso in discussione gli accordi di Schengen per la libera circolazione delle persone, uno dei patti fondatori dell’Ue,
“Il 2016 è stato uno choc con Brexit, elezione di Trump, il colpo di Stato in Turchia e gli attacchi terroristici“, osserva a Bloomberg il ricercatore del Centro per la Riforma Europea Camino Mortera-Martinez. Ma il 2017 sarà ancora peggio. “Potrebbe essere l’anno in cui iniziamo a vedere quello che questi choc significano per l’Europa e il resto del mondo”.