L’uomo chiave intorno alla quale si fondano le scottanti accuse a danno di Tiziano Renzi (indagato per concorso in traffico di influenze) e Carlo Russo nel caso Consip è stato interrogato giovedì pomeriggio dagli inquirenti romani: si tratta dell’ad di Consip Luigi Marroni, a comando della società che gestisce gli appalti pubblici.
Sono le dichiarazioni, messe a verbale, pronunciate da Marroni ad aver tirato in ballo il nome del ministro dello Sport Luca Lotti (indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento) il quale gli avrebbe fornito notizia delle cimici presenti nel suo ufficio, poi “bonificato”. Così come lo stesso Marroni avrebbe raccontato di aver ricevuto dal padre dell’ex premier il suggerimento di sentire l’amico imprenditore Carlo Russo. Questi ultimi, si leggeva nella contestazione riportata nel decreto di perquisizione a carico di Russo “si facevano promettere indebitamente (….) da Alfredo Romeo”, l’imprenditore napoletano arrestato per corruzione, “consistenti somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni”. Mediazioni, lo ricordiamo, che sarebbero state finalizzate a favorire Romeo in un lotto della maxi commessa Fm4 da 2,7 miliardi di euro, bandita nel 2014. Lo scorso marzo l’ad di Consip di era sottratto alla richiesta dell’avvocato di Renzi senior di testimoniare in un’audizione difensiva.
Oggi Marroni sarà sottoposto alle richieste di chiarimenti da parte della magistratura romana, e ci si interroga se confermerà le precedenti dichiarazioni o deciderà di “alleggerirle”, vista la massiccia attenzione mediatica che ha investito il caso negli ultimi mesi. In particolare, Marroni sarà chiamato a rispondere delle accuse mosse al ministro Luca Lotti e alla sua presunta rivelazione di segreto (da quest’ultimo sempre negata). Ritrattare in pieno sarebbe impossibile, visto che seguirebbe di certo una querela per calunnia. “Lotti mi informò che si trattava di un’indagine che era nata sul mio predecessore Casalino e che riguardava anche l’imprenditore campano Romeo”, aveva detto ai pm nel luglio 2016, “ho fatto effettuare la bonifica del mio ufficio in quanto ho appreso in quattro differenti occasioni da Filippo Vannoni [presidente di Publiacqua], dal generale Emanuele Saltalamacchia [comandante Legione Toscana], dal Presidente di Consip Luigi Ferrara e da Luca Lotti di essere intercettato”.