La presenza delle donne nei cda aumenta la redditività. Lo dice la Consob in un Quaderno di ricerca della Consob, che ha studiato la “gender diversity” e ha misurato l’impatto della nuova composizione dei consigli, post introduzione della legge Golfo-Mosca (el 2011) sulle cosiddette quote rosa.
L’analisi prende in esame le società quotate, in un arco di tempo più ampio di quello di applicazione della legge (2008-2016), per misurare meglio le variazioni. E la prima considerazione è che la legge ha funzionato: nel 2010 solo il 7% dei consiglieri era declinato al femminile, mentre nel 2016 la quota era salita al 33,6%.
In particolare, dice l’Authority, la presenza femminile ha fatto salire la percentuale di laureati, mentre si è ridotta l’età media e la diversificazione in termini di background professionale. Ma è sul lato economico che si hanno i maggior riscontri positivi. L’arrivo delle donne nei CdA, dice la Consob, ha migliorato le performance economiche delle rispettive aziende anche se per avere risultati positivi occorre una ragionevole massa critica, ossia almeno il 17-20 per cento di quote rosa nel board.
Il Return on equity (la redditività del capitale) difatti cresce di 17 punti percentuali se dal 30% di donne nei board si arrivasse al 40%. E se si salisse da questa soglia alla metà di quote rosa l’aumento della redditività sarebbe del 36%.
L’analisi della Consob inoltre mette in luce l’impatto della legge Golfo-Mosca (del 2011) sulle cosiddette quote rosa e ne riconosce l’operato visto che, numeri alla mano, nel 2010 solo il 7% dei consiglieri era declinato al femminile, mentre nel 2016 la quota era salita al 33,6%.