ROMA (WSI) – In Italia solo una famiglia su tre riesce a risparmiare qualcosa, mentre ben la metà degli italiani (il 47%) ha visto il proprio reddito annuo calare rispetto ai dodici mesi precedenti. Il 45% delle famiglie, infatti, ritiene il reddito disponibile appena sufficiente a coprire le spese e arriva a stento alla fine del mese.
Il 15% ha intaccato i risparmi e il restante 11% deve indebitarsi. E’ quanto emerge dal Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, che precisa come 1uattro famiglie su dieci, in Italia, siano indebitate.
A fine 2014, risulta complessivamente pari al 41% la quota di nuclei familiari indebitati per l’acquisto di un`abitazione (25%) e/o per l’acquisto di beni durevoli o altre spese (21%). Nonostante tale situazione, agli italiani piace posizionarsi sui mercati finanziari.
A fine 2014 il livello di partecipazione delle famiglie ai mercati finanziari si è attestato attorno al 48%, in rialzo +7% rispetto all’anno precedente sebbene ancora inferiore ai valori registrati nel 2007 (55%).
L’incremento è da attribuire in modo particolare alla maggiore quota di investitori retail che detengono almeno un’attività rischiosa (azioni, obbligazioni, risparmio gestito e polizze vita), passata dal 26% nel 2013 al 32% nel 2014.
In particolare, come si evince dai dati sulla composizione di portafoglio, è aumentata, tornando sui livelli pre-crisi, la quota di ricchezza finanziaria investita in prodotti del risparmio gestito (16%), mentre rimane più contenuto il peso delle azioni (5%, sostanzialmente dimezzato rispetto al 2007). La partecipazione ai mercati finanziari risulta più diffusa tra le famiglie residenti nelle regioni settentrionali, più abbienti, in cui il decisore finanziario è uomo, di età compresa tra i 45 e i 64 anni e con livello di istruzione elevato.
Dal rapporto della Consob emerge anche una curiosità: in media gli italiani sono ignoranti in finanza. Credono di avere buone competenze in campo economico e in materia d’investimento, ma non conoscono il concetto di inflazione e men che mai la relazione rischio-rendimento.
Nonostante la “diffusa percezione positiva” delle proprie competenze in materia di scelte economiche e di investimento, “le conoscenze finanziarie e le “. Inflazione, diversificazione, relazione rischio-rendimento, interesse semplice e rendimento atteso di un investimento “continuano a essere nozioni poco note e di difficile applicazione”.
Quasi la metà degli italiani dichiara di non conoscere o definisce in modo errato il concetto di inflazione; il 55% non è in grado di indicare correttamente cosa significhi diversificare gli investimenti e circa il 57% non sa spiegare la relazione rischio-rendimento.
Inoltre, il 67% e il 72% degli individui non riesce a calcolare, rispettivamente, un montante in regime di interesse semplice e il rendimento atteso di un investimento.