Mancano pochi giorni al meeting dei consulenti Fee Only che si terrà il 18 e 19 ottobre a Verona. Ne parliamo con Luca Mainò, organizzatore dell’evento e direttore commerciale di Consultique.
Dott. Mainò, sono partite da poco le preiscrizioni alla sezione autonomi dell’Albo unico dei consulenti finanziari. Che riscontri avete sull’operazione?
“Dopo 11 anni di attesa siamo contenti. Certo, la richiesta di iscrizione e i documenti da presentare richiedono un po’ di impegno, ma siamo certi che questo sarà premiato con una maggiore visibilità sul mercato. Stiamo affiancando decine di soggetti (tra singoli professionisti, studi e società di consulenza indipendente) nella corretta compilazione della domanda. Siamo consapevoli che si tratta di un grande cambiamento e di una grande opportunità per tutto il sistema”.
Come immaginate lo scenario della consulenza finanziaria con l’Albo unico a regime?
“Il mercato ne beneficerà sicuramente, ci sarà una maggiore diversificazione di quelli che sono i servizi per i clienti che, ricordiamoci, sono sempre al centro del nostro lavoro. Oggi, finalmente, potranno scegliere consapevolmente a quali soggetti fare riferimento per le proprie decisioni finanziarie.
Dopo questo periodo di transizione siamo certi che saranno diversi i soggetti che si avvicineranno alla professione, in modo da poter svolgere il lavoro in totale autonomia e in assenza di conflitti di interesse, dovendo render conto esclusivamente al cliente”.
Quali sono i principali temi e gli ospiti di rilievo del congresso di Consultique a Verona?
“Sicuramente il tema al centro dei due giorni è la nascita del nuovo Albo, prevista per il 1° dicembre. Vi sono poi tutta una serie di tematiche che accompagneranno il Fee Only Summit, che ricordo si terrà il 18 e 19 ottobre a Verona, tematiche ovviamente legate al mondo della consulenza indipendente. Parleremo di mercati, strategie di investimento, finanza sostenibile, degli strumenti e piattaforme con cui è possibile fare questo lavoro e anche di fintech. Per farlo, interverranno rappresentanti delle istituzioni e delle autorità di vigilanza, economisti e personalità dell’industria.L’obiettivo è quello di dare una panoramica a 360° di tutti i servizi e gli strumenti che accompagnano una professione che, senza vincoli di alcun tipo, prende in esame qualunque soluzione, a patto che sia realmente in grado di portare valore aggiunto”.
Molte piccole reti di emanazione bancaria stanno offrendo servizi di consulenza fee only. Quali sono le differenze che può offrire un consulente autonomo?
“La differenza sostanziale sta nella totale autonomia di scelta che guida i consulenti indipendenti. Questo professionista non ha vincoli di alcun tipo e quindi nemmeno una lista di prodotti tra i quali dover scegliere per costruire il portafoglio del cliente. Allo stesso modo, il cliente può scegliere la banca di fiducia, tanto che il cliente continua a operare con l’istituto di credito sul quale ha i propri conti.
Certo, viene portata a termine un’attenta operazione di due diligence sui rapporti già in essere ma il denaro rimane esattamente dove si trova. Il vero valore aggiunto è da ricercare in un’attività di consulenza che viene costruita sulle esigenze specifiche del singolo cliente, totalmente personalizzata, capace di spaziare su tutto l’universo di prodotti disponibile. Con la partenza dell’Albo questo tipo di servizio, che tipicamente si è sempre pensato come prerogativa del segmento Hnwi, potrà essere disponibile per qualunque tipo di profilo, grazie ai nuovi family office che nasceranno”.
In base alla vostra esperienza cosa richiedono principalmente i clienti a un consulente autonomo?
“L’indipendenza è proprio la caratteristica chiave che permette di contraddistinguere il servizio che offriamo, ed è quindi ciò che più i clienti apprezzano e sanno valorizzare.
Accanto al requisito di indipendenza, è necessario che un consulente porti con sé tutte le competenze necessarie per lo svolgimento corretto di una professione che è finalizzata ad accompagnare gli investitori nelle scelte di pianificazione patrimoniale”.
L’intervista completa è stata pubblicata sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia.