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Consulenti finanziari: cambi di casacca, difficoltà e incertezze più che commissioni esorbitanti

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In merito al recente articolo de Il Fatto Quotidiano relativo ai consulenti finanziari che cambiano casacca e si arricchirebbero con commissioni esorbitanti (premio di ingaggio) a spese degli ignari clienti  la segreteria di Federpromm  (sindacato di rappresentanza dei consulenti finanziari) interviene sul tema rilevando alcune inesattezze che non sono marginali.

In particolare una nota di Federpromm sottolinea che “consolidate politiche commerciali hanno fatto in modo che spesso il ‘cambio di casacca‘ dipenda non tanto e non solo dalla volontà del consulente finanziario ma dal fatto che fissando livelli di portafoglio sempre più alti, il consulente non riesca a raggiungerli per cui gli viene ritirato il mandato.
Inoltre il trasferimento dei clienti presso un ‘altra struttura non è automatica poiché il portafoglio non è del consulente ma della banca o dell’intermediario con cui ha un mandato e deve passare un congruo periodo di mesi affinché questi possa ritornare, con poche speranze, sul cliente che comunque ha già trovato una collaborazione con il nuovo consulente assegnato dalla banca o dalla stessa società di investimento.
Senza dimenticare che per costruire un portafoglio, soprattutto nelle società di investimento, ci vuole tempo e grande fatica. E gli investitori sono sempre e comunque avvertiti del cambio di consulenza e sono loro a scegliere e non il consulente finanziario che non può muovere i loro risparmi/investimenti senza la sua autorizzazione”.

“Un mestiere difficile – sottolinea Federpromm –  e pieno di incertezze quello del consulente finanziario e non certamente da commissioni esorbitanti sui risparmi della clientela. Le commissioni di ingaggio esistono ma sono molto meno quantitativamente di quanto si possa pensare e meno automatiche e facili di quanto descritto nell’articolo. E guardare a questa difficile professione senza falsi miti sarebbe interessante soprattutto per i risparmiatori.”