La personalizzazione e la possibilità di scegliere fa un’ampia gamma di prodotti sono alcuni degli aspetti più importanti che i consulenti finanziari possano offrire, oggi, ai suoi clienti. Lo ha attestato l’ultimo rapporto Accenture “The new State of advice”, che ha raggiunto circa mille risparmiatori seguiti da consulenti in Canada e Stati Uniti (coprendo un ampio ventaglio in termini di età e disponibilità economiche).
Consulenti finanziari: cosa vogliono i clienti
Il 55% degli intervistati reputa “troppo generici” i consigli attualmente ricevuti dal suo consulente finanziario. Anche per questo il 34% del campione afferma che un’esperienza iper-personalizzata potrebbe incrementare il livello di fiducia nel proprio advisor. “Sono finiti i giorni in cui si adattava il livello di servizio alle dimensioni del portafoglio di un investitore”, dal momento che “il risparmiatore medio si aspetta lo stesso livello di servizio e di personalizzazione di coloro che si trovano nella fascia high-net-worth”, ha commentato Rachel Silver, dirigente del gruppo di wealth management di Accenture in Nord America.
Anche l‘offerta di prodotti troppo ristretta rischia di ostacolare la fiducia fra cliente e advisor. Nel corso dell’ultimo anno il 17% degli intervistati ha cambiato consulente finanziario e la metà di essi hanno preso questa decisione proprio perché il nuovo professionista ha offerto prodotti d’investimento più convincenti (o perché ha offerto migliori strumenti tecnologici).
Per quanto riguarda soprattutto le generazioni più giovani, i consulenti dovranno prepararsi a entrare in sintonia con i valori etico-politici dei propri clienti. Per il 71% degli intervistati l’allineamento del consulente ai propri valori o idee politiche è un aspetto rilevante – ed è il secondo più citato in assoluto dopo la possibilità di interagire personalmente con il proprio advisor.
Come prevedibile il tema della sostenibilità è uno dei più importanti da conoscere per collegarsi ai più giovani: gli appartenenti alle generazioni X, Y (Millennial) e Z hanno chiesto informazioni sulle tematiche ESG con un’incidenza doppia rispetto ai baby boomer.