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Consulenti finanziari, i vantaggi del lavoro condiviso

L’esperienza del lavoro in team raccontata da un professionista della consulenza. Come ha riorganizzato la sua attività Andrea Gaggi, group manager Area Lombardia di Zurich Bank

Lavorare in team è sicuramente diverso rispetto a lavorare da soli. Per capire come sono organizzati e come operano quotidianamente i consulenti finanziari che hanno adottato questa nuova modalità di lavoro abbiamo incontrato Andrea Gaggi, group manager Area Lombardia di Zurich Bank, uno dei primi a sposare questa modalità operativa. Come abbiamo visto nelle pagine precedenti il lavoro in team è la conseguenza della necessità sempre più impellente di disporre di competenze differenti e complementari a quelle richieste in passato.

Gaggi, come è cambiata la sua attività dopo questa riorganizzazione?
Il primo effetto è un ambiente più stimolante e propositivo. Il lavoro in team, infatti, divide i compiti e moltiplica i risultati. Questa riorganizzazione ci ha aperto la mente portandoci ad individuare nuove opportunità e nuovi ambiti di intervento, ampliando allo stesso tempo le competenze e rendendole sempre più allargate per esaudire le necessità dei clienti.
Tale attività ha portato ad un ampliamento del business in termini di raccolta e fatturato. I clienti sono sempre più globali e la figura del consulente sempre più centrale nella gestione del patrimonio mobiliare, e non solo, dei nostri interlocutori.

Come ha scelto i componenti del suo team?
La base di partenza sono state le competenze specifiche e gli obiettivi dei singoli consulenti: ciò che può essere complicato per me potrebbe essere il punto di forza di un collega. All’interno dell’ufficio viene quindi naturale scambiarsi idee e mettere a fattor comune esperienze e competenze. Questa dinamica risulta spontanea ad esempio quando si hanno in struttura giovani professionisti che hanno tipicamente un approccio smart, sono abili nell’utilizzo di piattaforme e software e spesso hanno ottime doti di comunicazione, ma godono di minor esperienza nella relazione commerciale con il cliente, nella costruzione dell’asset allocation e nella gestione di posizioni complesse. Ecco che affiancare questa figura ad un banker di esperienza può elevare la professionalità e la produttività di entrambe le figure.

Come ha suddiviso i compiti tra i diversi banker?
Come accennavo poco fa, analizzando le competenze e le aree di miglioramento dei singoli consulenti. I giovani danno un prezioso supporto in ambito informatico e comunicativo ai professionisti più esperti, ed in cambio hanno la possibilità di carpire tutte le sfaccettature di questa meravigliosa professione, scoprire aree di intervento nuove e soprattutto apprendere sul campo come intercettare le esigenze e gestire l’emotività del cliente nelle varie situazioni di mercato.
Un altro esempio virtuoso è stato quello di affiancare due professionisti con background diversi, uno abituato a relazionarsi con il mondo corporate e l’altro più orientato alla gestione di persone fisiche. Questa sinergia ha permesso di approcciare molti clienti imprenditori e riuscire ad assisterli in maniera olistica sia lato privato che lato azienda con un impatto positivo sulla relazione dello stesso e sul business generato.

Lo consiglierebbe ai suoi colleghi?
Assolutamente sì, sono convinto che per continuare a garantire l’eccellenza nei servizi che offriamo ai nostri clienti, il lavoro in team è un grande punto di forza che ci permette di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e rendere più piacevole e stimolante la nostra attività. È un modello operativo strategico che consente di ampliare le competenze dei colleghi e che rappresenta un prezioso aiuto nell’inserimento di figure più giovani.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del mensile Wall Street Italia. Per abbonarti  clicca qui