Efpa Italia lancia un messaggio a consulenti e risparmiatori, invitandoli a considerare quanto successo come una battuta d’arresto momentanea – una delle tante che possono accadere in un arco di investimento pluridecennale. Anche nelle criticità si nascondono delle opportunità. Mercati in rosso, dunque, ma un rosso che sa di nuova speranza per il futuro.
di Marina Maghelli, membro del cda di Efpa Italia
“La frustrazione, e poi il panico, scorrevano attraverso i mercati. Gli investitori temevano che la decisione di Washington avrebbe messo in pericolo il settore finanziario e l’economia in generale. (…) Anche prima del voto su Capitol Hill, i banchieri centrali hanno cercato di far ripartire i mercati del credito. Hanno offerto centinaia di miliardi di dollari in prestiti alle banche di tutto il mondo perché banche e investitori non erano disposti a concedersi prestiti l’un l’altro. Ma né il mercato azionario né i mercati del credito sembravano rispondere”.
Così scriveva il New York Times nel settembre del 2008, descrivendo l’atmosfera respirata a Wall Street nel giorno del “Worst Single-Day Drop in Two Decades” – il peggiore calo giornaliero degli ultimi due decenni. Stiamo parlando appunto del 2008, nel bel mezzo della Grande Crisi Finanziaria, ma potremmo facilmente riferirci alla situazione che abbiamo vissuto negli ultimi giorni, quando nella nostra momentaneamente stravolta quotidianità abbiamo letto di picchi di volatilità e sessioni di mercato in caduta libera.
Per chi ha investito i propri soldi, assistere a una profonda correzione dei mercati può scatenare forti timori. Ancor di più quando il trend negativo non si esaurisce in poco tempo, alimentando la sensazione di impotenza e frustrazione nel vedere il segno meno precedere la performance giornaliera degli indici e il fuoco della paura su cui soffiano le analisi e i commenti più o meno pessimisti degli esperti.
Il tutto arriva a fare leva su uno dei principali fenomeni psicologici che intervengono nel nostro processo decisionale, ovvero sull’avversione alla perdita che contraddistingue la maggior parte delle persone e che molte volte ci porta a scelte poco ponderate e non ottimali.
A incidere, inoltre, è il modo attraverso il quale un messaggio viene comunicato. Pensiamo ad esempio all’utilizzo reiterato della parola “contagio” per definire un fenomeno negativo che si trasmette da un punto a un altro. In questi giorni l’uso di un termine associato a una malattia è quanto mai adeguato al contesto e ciò amplifica l’effetto che esso ha a livello psicologico, soprattutto in associazione alla perdita.
Imparare a gestire l’emotività nei momenti sfavorevoli è di primaria importanza e guardare al passato aiuta a porre tutto nella giusta prospettiva. Il 2008, ad esempio, veniva definito all’epoca come il peggior anno mai vissuto dai mercati finanziari e la speranza non era sentimento diffuso. Tuttavia, se il 9 marzo 2009 l’indice MSCI World valeva 749,8 punti è anche vero che 11 anni dopo, il 9 marzo 2020, il suo valore era di 2149 punti.
Quella a cui abbiamo assistito è una battuta d’arresto, una delle tante che possono accadere nell’arco del tempo ed è importante tenere a mente che ciò non muta i principi alla base della pianificazione finanziaria, ovvero il raggiungimento di specifici obbiettivi, in un orizzonte temporale di lungo termine e nel rispetto del proprio profilo di rischio.
Nei momenti in cui l’impulsività gioca in attacco, è giusto avere piena fiducia e affidarsi alle mani sapienti del proprio portiere, del proprio consulente finanziario. Egli possiede le conoscenze e competenze tecniche adeguate a leggere il contesto in maniera oggettiva, a vedere l’opportunità tra le difficoltà del caso, così come la giusta preparazione per gestire l’emotività del risparmiatore.
La certificazione Efpa tiene conto dell’importanza di questo connubio tra conoscenza tecnica e comportamentale. Per questo affidarsi a un certificato Efpa rappresenta un’ulteriore sicurezza per l’investitore che si trova di fronte a un professionista che non solo ha dimostrato la sua preparazione, ma che deve anche impegnarsi in un continuo aggiornamento delle proprie competenze all’interno del piano di mantenimento dell’attestato.
In questa situazione si rende ancora più evidente come investire nella formazione e preparazione dei professionisti abilitati al servizio di consulenza sia fondamentale, sia dal punto di vista tecnico che da quello umano. Così com’è importante che il professionista stesso comunichi la propria preparazione in maniera chiara, in modo da fortificare il rapporto di fiducia con il proprio cliente.