Economia

Cosa cambierà per i consumatori con l’euro digitale

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L’euro digitale potrebbe entrare nella vita di tutti i consumatori nell’arco di una decina di anni. Sempre che non avvengano colpi di scena all’ultimo momento. La Banca Centrale Europea, in collaborazione con le banche centrali dei paesi che appartengono all’area euro, ha allo studio l’introduzione di una nuova valuta, che sarà, a tutti gli effetti, l’equivalente elettronico del contante. L’obiettivo è quello di ampliare le possibilità di pagamento.

L’euro digitale non sostituirà quello cartaceo o le monete: sarà una nuova valuta della Bce e affiancherà le banconote fisiche che già conosciamo. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

Euro digitale: come funzionerà

A questo punto sorge una domanda pragmatica: come funzionerà l’euro digitale? Come verrà utilizzato? Il nuovo sistema di pagamenti si andrà a basare sugli strumenti che conosciamo già e che utilizziamo quotidianamente:

  • carta di credito;
  • carta di debito;
  • applicazioni;
  • QR code;
  • contactless.

A questo punto la domanda successiva è la seguente: come verranno alimentati questi strumenti? In che modo entra in gioco l’euro digitale? Rispetto ad oggi, cambierà il modo in cui questi sistemi verranno alimentati. Ci saranno due conti diversi:

  • il primo che si basa sulla moneta commerciale, come quello che utilizziamo già oggi;
  • il secondo in euro digitale.

I consumatori avranno la possibilità di passare da un conto all’altro manualmente o automaticamente.

Il nodo della privacy

Mentre il conto tradizionale risulterà essere completamente ed interamente tracciabile, quello costituito dall’euro digitale dovrebbe permettere il pagamento elettronico di piccole e media somme. Ma soprattutto dovrebbe garantire al massimo la riservatezza.

Queste operazioni riguarderebbero principalmente quelle offline di prossimità: stiamo parlando principalmente dei pagamenti elettronici che richiedono la vicinanza fisica tra l’acquirente e il venditore di un determinato prodotto o servizio. Operazioni che richiedono app o carte di pagamento, che sfruttano i sistemi contactless o cardless.

Euro digitale: perché si vuole introdurlo

Le abitudini di pagamento dei consumatori sono cambiate. Il contante viene utilizzato sempre di meno: il coronavirus ha accelerato la transizione verso i pagamenti digitali e gli acquisti online.

L’euro digitale costituirebbe una sorta di forma elettronica del contante, adatto per un mondo sempre più digitalizzato. Anche perché sarebbe una forma di pagamento disponibile a chiunque risieda nell’area euro. Sarebbe, inoltre, una soluzione di pagamento che potrebbe essere utilizzata in ogni occasione: i consumatori hanno la possibilità di utilizzare gratuitamente questo strumento per effettuare i loro pagamenti

Alcuni benefici, dall’introduzione dell’euro digitale, arriverebbero anche per i commercianti, che avrebbero a disposizione una soluzione paneuropea, accettata in tutta l’area euro. E che, soprattutto, potrebbe costituire un sistema di più facile adozione e meno costosa nel panorama dei pagamenti in cui si trovano ad operare gli esercenti.

In questo contesto, grande importanza continuerebbero ad avere gli intermediari come le banche, che, come spiega la Bce sul proprio sito internet rispondendo alle domande più frequenti sull’euro digitale,

svolgerebbero un ruolo fondamentale nella distribuzione di un euro digitale. Fungerebbero da principale punto di contatto per i singoli individui, gli esercenti e le imprese per tutte le questioni relative all’euro digitale e fornirebbe tutti i servizi agli utenti finali. Un euro digitale consentirebbe agli intermediari di essere immediatamente raggiungibili in tutta l’area dell’euro, a differenza della maggior parte delle soluzioni innovative private, che tendono a concentrarsi su determinati mercati interni. Un euro digitale potrebbe quindi servire da piattaforma per gli intermediari per promuovere ulteriormente l’innovazione e la concorrenza nei mercati in espansione del commercio elettronico e dei pagamenti digitali nell’area dell’euro.