Come previsto dalle anticipazioni stampa, ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha minacciato di rimettere l’incarico se non otterrà da Lega e M5s un chiaro impegno a rilanciare l’azione del governo. Parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier ha lanciato un ultimatum chiedendo ai leader della maggioranza una risposta “chiara, inequivoca e rapida”.
“Le forze politiche devono essere pienamente consapevoli delle loro responsabilità. Io di certo non mi presterò a vivacchiare”, ha detto Contea, aggiungendo che l’obiettivo fondamentale per il sistema paese, ha aggiunto, è evitare la procedura d’infrazione sui conti da parte dell’Unione europea, una sfida che richiede “un clima di coesione e forte condivisione tra forze politiche”. “Personalmente – ha aggiunto – resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”.
Il premier ha chiesto, quindi, “parole univoche per la fiducia dei mercati”. La prossima manovra, ha sottolineato, dovrà mantenere un “equilibrio dei conti” perché “le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”.
Il presidente del Consiglio è intervenuto, quindi, sulla Flat tax, cara alla Lega:
“Ragiono di una più complessiva e organica riforma del fisco perché la rimodulazione delle aliquote deve inserirsi in un percorso più complessivo, perseguendo una giustizia tributaria più efficiente, su cui lavoro con il ministro Bonafede. Lavoreremo senz’altro alla flat tax ma c’è una riforma organica del fisco di cui il Paese ha bisogno, che attende da anni”.
Altro tema toccato da Conte, quello della Tav:
“Ho detto che oggi così com’è non la farei – ha rilevato -. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato”.
Ma dopo aver raccolto segnali positivi da Matteo Salvini e Luigi Di Maio in serata la strada torna in salita. Il premier interrompe dopo neanche un’ora un vertice sullo sbloccacantieri, non c’è intesa sull’emendamento della Lega che propone la sospensione del codice degli appalti per un anno. E fonti Mit accusano: la Lega rischia di far saltare il decreto.