Giuseppe Conte potrebbe fare la fine di Oscar Giannino che dopo essersi inventato titoli di studio è stato costretto a lasciare il suo partito che aveva come cavallo di battaglia la meritocrazia. Anche l’avvocato designato primo ministro dal MoVimento 5 Stelle – con il placet della Lega – fa parte di un movimento che si è da sempre fatto paladino dell’onestà.
È per questo che ha sollevato un polverone di polemiche il fatto che la New York University abbia smentito quanto invece Conte riportava nel suo curriculum. Il docente universitario scrive di aver perfezionato i suoi studi alla NYU dove insegna anche Nouriel Roubini, ma all’ateneo di Manhattan nessuno ha mai sentito parlare di lui.
Il MoVimento 5 Stelle ha difeso il candidato a Palazzo Chigi precisando che Conte “non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella Università”. Il partito che ha proposto il nome di Conte come futuro premier della coalizione con la Lega, ritiene che qualcuno abbia evidentemente “tanta paura del cambiamento“.
“Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all’estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico. Per un professore del suo livello sarebbe stato strano il contrario. Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa. È l’ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento”, fa sapere in una nota l’Ufficio Comunicazione del Movimento 5 Stelle.
È stato per primo il New York Times a dare la notizia, con Jason Horowitz che su Twitter ha citato il portavoce della NYU, il quale sostiene che “una persona con questo nome non compare in nessuno dei nostri archivi né come studente né come membro della facoltà”.
Ci sono dubbi anche sui corsi tenuti in Austria, dal momento che dell’istituto citato nel cv non vi è traccia. “Il prof. #GiuseppeConte – si legge in un tweet della giornalista Jeanne Perego – ha perfezionato gli studi giuridici a Vienna, all’International Kulturinstitute. Che non esiste. Esiste, invece l’Internationales Kulturinstitute , che è una scuola di lingue”.
Ma i problemi per Conte non finiscono qui. Se per il Financial Times Conte è soltanto un “novellino” messo alla guida di un governo del G-7, per alcuni media italiani non avrà alcun voce in capitolo e si limiterà a fare la marionetta dei burattinai Di Maio e Salvini. Il direttore di La Repubblica Calabresi scrive che Conte rischia di fare la fine di Ambra Angiolini con gli auricolari di “Non è la Rai” (trasmissione delle reti Mediaset da lei condotta in età molto giovane).
Il Manifesto ci va giù ancora più pesantemente, invocando il legame di Conte con il metodo stamina di Vannoni per la cui applicazione il professore di diritto si sarebbe battuto. Secondo quanto riporta il giornale comunista nella sua edizione cartacea, ripercorrendo le esperienze di Conte, torna più volte il tema del suo legame con il metodo stamina. È stato lui, infatti, “da avvocato della famiglia di una bambina malata alla quale fu somministrato il trattamento Stamina, a ottenere il via libera di un tribunale al proseguimento della cura non validata scientificamente“.