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Mes: Conte chiude al fondo salva stati, analisi e conseguenze

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Qualora se ne presentasse la necessità “il Mes sarebbe tra gli strumenti finanziari che dovremmo considerare”, ma richiedere un prestito al Fondo Salva-stati “per risolvere una disputa nel dibattito pubblico non ha senso”.
Parole chiare, dopo molto tempo, quelle del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri sera in conferenza stampa ha chiarito come il Mes “light”, non verrà richiesto dal governo giallorosso, che al suo interno è assai diviso sul tema.

Mes, i motivi del no

Conte ha spiegato che, nel contesto di mercato attuale in cui i tassi d’interesse sui titoli di stato sono molto contenuti, grazie anche all’intervento della Bce, avrebbe poco senso richiedere il prestito del Mes solo per risparmiare solo “200 milioni”. A questa considerazione, si aggiunge il rischio che ricorrere al Mes possa significare, ipso facto, che lo Stato italiano è in difficoltà, generando quello che Conte ha definito uno “stigma”.

Finora, infatti, nessun Paese ha richiesto il prestito del Mes per le spese sanitarie, nonostante le condizionalità ridotte (l’unico obbligo è dimostrare che il denaro venga speso per gli scopi prestabiliti).
E, in passato, i Paesi che hanno richiesto un prestito al Mes si trovavano, effettivamente, in difficoltà come la Grecia o la Spagna negli anni della crisi dell’euro.

Il problema, dunque, non sarebbe tanto di sostanza: il risparmio sugli interessi ci sarebbe, ma assai contenuto nelle condizioni attuali di mercato. Assumendo una più realistica stima a 250 milioni di euro l’anno, si tratterebbe di un risparmio pari allo 0,01% del Pil (aggiornato ai dati 2019), E’, piuttosto, una questione di immagine: se si chiede il Mes, qualcuno potrebbe pensare che l’Italia non può farcela da sola.

 

Le reazioni

Le reazioni delle forze politiche alla presa di posizione del presidente del Consiglio sono state prevedibili: plauso da parte del M5s, che da sempre promuove una battaglia contro il Fondo Salva-stati, così come da parte delle opposizioni (in particolare dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni).
Critiche, invece, le voci registrate da Italia Viva e dal Partito democratico, che hanno sostenuto come le esternazioni del premier non fossero state concordate collegialmente.

L’analisi

All’interno del discorso di Conte si ravvisa una certa forzatura nel sostenere che il prestito del Mes andrebbe comunque restituito innalzando tasse o tagliando spese: sarebbe la stessa cosa anche se il prestito fosse chiesto alla generalità degli investitori come continua ad avvenire regolarmente. Ma la sostanza, il fatto che il risparmio in termini di interessi si sia ridotto notevolmente in seguito all’aiuto della Bce, è corretta.

La chiusura al Mes “light”, a ben vedere, non è categorica: se le condizioni del mercato dovessero cambiare il piatto della bilancia potrebbe nuovamente pendere dalla parte dell’aiuto europeo.

Per il momento, però, la Bce ha dato chiari segnali sul fatto che gli acquisti di titoli proseguiranno ancora per diversi mesi e comunque finché saranno necessari. A queste condizioni, insomma, le probabilità che l’Italia richieda il Mes si sono ridotte notevolmente.