Società

Conte ter in salita: necessaria l’apertura del M5s a Renzi

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Le possibilità di reincarico a Giuseppe Conte  dipendono dalla posizione che il Movimento 5 stelle deciderà di assumere alle consultazioni previste questo pomeriggio (29 gennaio). Italia Viva, infatti, ha chiarito che il suo eventuale sostegno a un Conte ter è vincolato a una delucidazione: quella sulla volontà di riammettere il partito di Renzi in maggioranza da parte del Partito democratico e del M5s. “Devono capire se vogliono stare o no con noi“, ha detto il senatore di Rignano nella serata di ieri. Di ciò che seguirà a tale chiarimento (compreso un eventuale reincarico a Conte) se ne parlerà dopo. Per lo stesso Giuseppe Conte tendere nuovamente la mano a Italia Viva potrebbe essere vista come un’umiliazione personale, dal momento che dopo il ritiro delle ministre il premier aveva fatto trapelare una nota in cui si diceva: “Mai più con noi”. Per il Pd, d’altra parte, il nome di Conte è considerato l’unico “punto di sintesi”. Come uscirne?

La tortuosa via del reincarico

Il primo tassello fondamentale sarebbe il segnale di apertura a Renzi da parte della delegazione pentastellata, nel corso delle consultazioni di oggi alle 17. Se questo elemento dovesse concretizzarsi il presidente Mattarella, scrive Ugo Magri su La Stampa, potrebbe affidare un incarico esplorativo. Non a Conte, bensì a una figura istituzionale come quella del presidente della Camera Fico o la ministra dell’Interno Lamorgese. A loro spetterebbe il compito di effettuare un nuovo giro di consultazioni finalizzate a delineare i contorni della maggioranza pro-Conte.  “Conte sarebbe la persona meno indicata per ‘esplorare’ su se stesso”, ha scritto il quotidiano torinese, “si troverebbe in una condizione, umana e politica, di grave imbarazzo. Questa missione andrebbe ragionevolmente svolta da qualcun altro”.

Se dal M5s dovesse essere ribadita la chiusura a Italia viva, il presidente Mattarella sarebbe intenzionato a giocare la carta del governo istituzionale, guidato da una figura di portata bipartisan. Se anche questo tentativo dovesse andare a vuoto, l’unica alternativa sarà il voto.