Economia

Conti correnti: controlli più frequenti in vista della riforma della riscossione

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I controlli sui conti correnti potrebbero diventare sempre di più frequenti in vista della riforma della Riscossione. L’obiettivo è rendere più efficaci le azioni di recupero, quindi i pignoramenti.

Sono le indicazioni che l‘Agenzia delle entrate-Riscossione ha inviato al Parlamento nella relazione 2021 sulla riscossione, anticipate dal quotidiano ItaliaOggi.  Nelle 40 pagine di relazione viene messa in evidenza la situazione attuale della Riscossione, a partire dal magazzino, che al 31 dicembre è certificato essere arrivato alla cifra incontrollabile e ingestibile di 999,1 miliardi di debiti da riscuotere.

Due gli obiettivi da perseguire:
– riequilibrare il rapporto tra ente impositore e Riscossione;
– rendere, di conseguenza, più efficace il sistema di riscossione, anche coattiva. In quest’ottica va inserita la richiesta di avere più poteri rispetto ai controlli sui conti correnti.

Attualmente l’accesso all’anagrafe è limitato. Nella relazione, anticipata in articolo a firma di Cristina Bartelli, si evidenzia come spesso si fanno pignoramenti “al buio”, nel senso che non ci sono informazioni aggiornate sulle capienze dei conti correnti dei debitori.

Tra le richieste dunque non solo una maggiore accessibilità alle informazioni finanziarie dei contribuenti ma anche una trasmissione di dati che attualmente sono inviati solo all’Agenzia delle entrate, ad esempio il codice Iban, in modo si legge nel documento:

“l’attività di recupero svolta dall’Agente della riscossione potrebbe essere molto più efficace, essendo diretta solo verso quei rapporti finanziari che possano essere capienti ai fini dell’esecuzione” .

Controlli conti correnti: accesso alla fatturazione elettronica

Viene  poi richiesto l’accesso ai dati sulla fatturazione elettronica. In questo caso la necessità è motivata dal contrastare l’evasione da riscossione:

 “permettendo così l’avvio mirato di procedure di pignoramento dei rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi. Verrebbe così evitata l’acquisizione – non sistematica e spesso intempestiva” spiegano nel documento, «di analoghe informazioni , mediante verifiche e ispezioni documentali eseguite dai dipendenti dell’Agente della riscossione nel corso di un accesso “fisico” ai locali dove il debitore esercita la propria attività”.