ROMA (WSI) – Dovevano essere lo strumento per migliorare l’inclusione finanziaria e la tracciabilità dei pagamenti, invece si sono rivelati un flop. Soprattutto, dovevano essere low cost, ma non è proprio così: stiamo parlando dei conti corrente di base, introdotti dal Decreto Salva Italia per consentire anche ai pensionati di ricevere la pensione direttamente tramite accredito bancario. Un’analisi pubblicata dal Corriere della Sera mostra che sono stati attivati solo da un cliente su 100.
Stando alla legge, questi conti “essenziali” devono essere offerti a prezzi molto bassi, e addirittura gratuitamente ai pensionati con redditi inferiori ai 7500 euro annui. A fronte di un’operatività limitata (niente carte di credito, niente fido, niente assegni e niente prodotti per il risparmio collegati, come i conti deposito), gli utenti interessati possono quindi pagare spese di gestione estremamente contenuti. Quelli interessati, appunto. Quanti sono?
Non sono ancora disponibili dati ufficiali dell’Abi (arriveranno tra due mesi, ndr), ma sia l’inchiesta del Corriere che l’indagine di Altroconsumo sulle maggiori banche rivelano costi più alti del previsto, labirinti burocratici e, in generale, scarsa adesione. Secondo Via Solferino, i conti base possono arrivare a richiedere oneri fino a 72 euro annui, mentre l’Associazione dei consumatori ha registrato anche canoni di 90 euro all’anno in istituti più piccoli.
L’analisi è stata condotta sull’offerta di sei grandi gruppi bancari nazionali (UniCredit, Monte dei Paschi di Siena, Bnl – Bnp Paribas, Banca Popolare di Milano, Intesa SanPaolo e Ubi Banca) e Poste Italiane. Il risultato che emerge è un canone medio annuo di 49 euro, al quale si aggiungono le commissioni sulle operazioni (gratuite solo fino a un certo tetto). Intesa SanPaolo e Poste Italiane hanno le proposte più convenienti, intorno ai 30 euro annui. Il tasso attivo però, cioè la rendita del conto per il titolare, è pari a zero.
Non stupisce, dunque, che i clienti si orientino verso prodotti bancari alternativi e veramente “low cost”, come i conti online o le carte conto. Se Intesa SanPaolo ha dichiarato di aver attivato 2500 conti base su un totale di 200 mila nuovi clienti, e le Poste solo un migliaio su 300 mila nuovi utenti, è verosimile che anche gli altri istituti viaggino sugli stessi livelli.
Secondo Paolo Martinello, Presidente di Altroconsumo, “La verità è che i costi sono ancora elevati e gli istituti di credito offrono di tutto tranne il conto base. Il conto base non esiste neppure sui siti, per trovarlo bisogna fare tanti clic e recuperare le informazioni dai fogli informativi. Se non lo si conosce, non lo si chiede. È un fantasma. Occorre un intervento più deciso della Banca d’Italia”.
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