ROMA (WSI) – Quanto costa mantenere un conto corrente? Secondo Adusbef e Federconsumatori ancora troppo: fino a 320 euro all’anno. L’ultima analisi condotta dalla due associazioni dei consumatori sui prodotti offerti dalle 10 maggiori banche italiane smentisce i dati recentemente diffusi da Bankitalia, che avevano calcolato il costo medio annuo di un conto intorno ai 101 euro.
Adusbef e Federconsumatori hanno esaminato l’Indicatore Sintetico di Costo (il documento associato per legge a ogni conto, che contiene tutti i costi nel dettaglio, ndr) dei conti correnti dedicati a chi effettua poche operazioni di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl – Bnp Paribas, Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza e Credem. Il risultato mostrerebbe come in realtà la spesa a carico dei consumatori sia superiore di ben il 318% rispetto a quanto rilevato da Via Nazionale.
Il ruolo più importante nella determinazione di costi così elevati (si va dai 238,35 euro di Bnl ai 438,70 di Banca Popolare di Vicenza, ndr) è ricoperto dalle operazioni più ordinarie che è possibile effettuare sul proprio profilo bancario. Ad esempio, pagare un’utenza può costare fino a 4 euro con Bnl e il saldo Imu fino a 10 euro con Monte Paschi, arrivando fino all’apertura dell’istruttoria veloce per un fido con Carige o UniCredit, che costa 50 euro.
Per questo motivo, col comunicato diramato “Adusbef e Federconsumatori chiedono a Bankitalia maggiore serietà nel diffondere indagini confezionate ad uso e misura della banche vigilate, che in presenza di tale protezione, non attivano alcuna forma di concorrenza, continuando così a saccheggiare le tasche di famiglie ed imprese strozzate”.
Bankitalia respinge le accuse al mittente, sottolineando un problema metodologico alla base dello studio delle due associazioni. In particolare, il campione analizzato da Palazzo Koch “tiene conto di varie tipologie di banche, aree geografiche e altre variabili socio-demografiche; si basa sui costi effettivi rilevati sugli estratti conto 2012 di quel campione; i nostri dati sono medie dei costi effettivamente sostenuti dai clienti sotto osservazione quindi non si basano su dati presunti”.
Ergo, le rilevazioni di Bankitalia dimostrerebbero l’effettiva spesa che grava oggi sui correntisti italiani, e non solamente i costi massimi riportati per trasparenza sull’Isc ma non sempre applicati.
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