Grazie ai rialzi dei tassi a ritmi aggressivi da parte delle principali banche centrali, le banche sono in cima alla classifica dei settori favoriti per questo 2023, perché finalmente riappaiono margini di guadagno dopo anni di politiche monetarie espansive e tassi a zero.
Complice l’inflazione galoppante, che a gennaio ha raggiunto quota 10,1% su base annua, gli istituti bancari non hanno esitato a trasferire gli aumenti dei prezzi sui correntisti. Tanto che, nell’ultimo anno, i costi dei conti correnti tradizionali nelle banche più diffuse sono aumentati dell’8,7%, mentre quelli dei conti online sono saliti in media del 2,2%, come risulta dall’ultima analisi di Altroconsumo, che ha messo a confronto l’ICC (l’Indicatore dei Costi Complessivi annuo ottenuto sommando i costi annuali, fissi e variabili, del conto corrente modellati su dei profili tipo appositamente predisposti da Banca d’Italia) del 31 gennaio scorso con quelli del 6 febbraio 2022 nello storico panel della sua banca dati.
Quali sono i conti correnti più cari?
I rincari hanno colpito in particolare i giovani con uso medio della banca (+10%), categoria finora corteggiata, ma anche i pensionati (+7,9%) e le famiglie (+8,1%). Fra il conto più conveniente e il più caro la differenza sfiora i 200 euro.
Nel dettaglio, per l’uso allo sportello l’aumento del 10% della categoria giovani è pari a 76 euro per operatività media (cioè 164 operazioni all’anno). Per le famiglie (228 operazioni all’anno) il rincaro dell’8,11% corrisponde a 160 euro, per i pensionati il 7,86% a 151 euro. Per le famiglie la banca con gli aumenti più salati è Crédit Agricole (conto Smart da 153,19 a 180,19 euro), seguita da Intesa Sanpaolo (Xme Conto da 159,70 a 204,80) e CheBanca! (da 96,36 a 120,36 euro). Per i giovani sale parecchio Deutsche Bank: da 86,90 a 118 euro. Il conto più conveniente per le famiglie e i pensionati è di Mps (92,60 e 86,60 euro), per i giovani quello di Intesa: zero.
Gli aumenti sono invece più moderati per le banche online e alternative. Qui in un anno il costo medio nel panel considerato (BBVA, Mediolanum, Hello Bank!, Buddybank, Fineco, ING, Sella, Webank, Widiba e illimity) è salito del 2% per le famiglie, del 2,97% per i giovani e dell’1,53% per i pensionati (la media non considera illimity che ha quasi dimezzato il costo del conto Smart).
Secondo Anna Vizzari, economista senior di Altroconsumo, i rincari dei conti tradizionali per ora riflettono solo l’iperinflazione e interessano sia i canoni, sia le singole voci di costo del conto, sia le carte di pagamento. Una situazione ancor più grigia se si considera che i tassi attivi e passivi ancora non si stanno adeguando alle variazioni Bce e si sta allargando la forbice. Mentre il tasso passivo sullo scoperto sta salendo nei grandi gruppi bancari italiani dal 17,08% di un anno fa al 17,79% (con picchi del 23,7% in Mmps, 22,2% in Intesa e 21,55% in Unicredit), sono invece rimasti sostanzialmente a zero i rendimenti delle giacenze: 0,002% in media contro lo 0,001% del 2022, nonostante i cinque interventi al rialzo della Bce dal luglio 2022 che hanno portato i tassi al 3%. Lo 0,002% dovrebbe però esprimere una tendenza dal momento che, nel bollettino Abi di gennaio, il tasso medio sui conti correnti di famiglie e società non finanziarie è dato in crescita: dallo 0,02% allo 0,15% nel 2022.
Conti correnti: attenzione a solvibilità e promozioni
E ancor più cupa se si considera che non sempre i conti correnti più economici sono offerti da istituti bancari solvibili. Ad esempio Mps Mio è il conto corrente tradizionale più economico per le famiglie ma, nonostante Banca Monte dei Paschi di Siena sia uscita dalla black list di Consob, l’agenzia Fitch Ratings continua ad assegnarle un rating B+, corrispondente a un grado speculativo di investimento in quanto la banca è considerata vulnerabile nel breve periodo a situazioni di instabilità economica e finanziaria.
A questo proposito ricordiamo che lo scorso 31 gennaio sono iniziati gli stress test dell’Autorità Bancaria Europea (European Banking Authority, EBA), condotti congiuntamente dall’EbA e dalla Banca Centrale Europea (Bce) per misurare la resilienza agli shock estremi di 70 banche dell’Unione Europea durante il triennio 2023-2025 rispetto a uno scenario base e a uno scenario macroeconomico avverso “ipotetico, severo, plausibile e improbabile”.
Inoltre, va segnalato che i conti online, preferiti dai risparmiatori per l’operatività di base (tra cui accredito dello stipendio, domiciliazione delle bollette, qualche bonifico e prelievo e giacenza media annua non superiore ai 5 mila euro), offrono spesso promozioni “zero spese”, come nel caso di Banca Sistema, Banca Progetto, Ifis, Megliobanca, Illimity, ING, Webank e BBVA, ma sono valide solo per correntisti nuovi, su modello di quanto già avviene nel mercato di telefonia e televisione per ampliare la base clienti. E in alcuni casi i conti non sono cointestabili. Per i conti online dunque il confronto si basa sugli eventuali servizi accessori desiderati rispetto al pacchetto base, ad esempio bonifici da e verso banche extra UE, attivazione di carte e linee di credito, etc.
A proposito di strategie promozionali, i grandi operatori dell’industria bancaria italiana mimetizzano i rincari con sconti su altre voci o a tempo determinato, nella maggior parte dei casi resi possibili grazie al maggior grado di digitalizzazione.