ROMA (WSI) – Ancora novità nel settore dei conti correnti. In base alle nuove disposizioni emanate dalla Banca d’Italia lo scorso 3 aprile in materia di anti-riciclaggio, tutti i rapporti bancari che non potranno essere adeguatamente verificati dovranno essere sciolti. Ciò implica dunque che eventuali depositi titoli dovranno essere venduti e che tutte le giacenze sui conti correnti restituite al titolare.
La norma diventerà operativa dal primo gennaio 2014 e riguarderà tutti i prodotti bancari, compresi i conti online. Tuttavia, le nuove regole potrebbero innescare alcuni problemi di natura operativa e contraddire quanto indicato dal Codice Civile a proposito dei contratti dei conti correnti. A quali rischi vanno incontro i correntisti?
I nuovi dettami di Bankitalia prevedono che le somme “sospette” e non verificabili debbano essere riconsegnate al proprietario solo “tramite bonifico su un conto corrente bancario indicato dal cliente stesso”. In altre parole, l’ex correntista dovrà aprire un nuovo conto corrente per poter rientrare in possesso del suo denaro. Questo elemento entra in conflitto con tre aspetti abbastanza rilevanti, anche dal punto di vista legale.
Il primo è il seguente: il Codice Civile afferma all’articolo 1852 che “il correntista può disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito, salva l’osservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito”, ed è suo diritto che ciò avvenga in contanti, come stabilito anche dal Ministero dell’Economia.
Secondo punto: viene limitata la libertà di scelta del consumatore. Il nuovo conto corrente aperto per riavere i propri soldi, infatti, non può essere sottoscritto presso le Poste. Terzo punto: il contratto del conto corrente – usato in modo standard da tutte le banche – vincola gli istituti a disporre delle somme dei clienti in base a quanto indicato dai clienti stessi (art. 1856 del Codice Civile). Come si comporterà la banca se la legge anti-riciclaggio dice una cosa e il Codice Civile un’altra?
Probabilmente la soluzione che verrà adottata (ma dovrà comunque passare al vaglio di Bankitalia), sarà una modifica dei contratti di conto corrente che tenga insieme entrambi gli aspetti. Due ulteriori problemi però resterebbero ancora aperti. Il primo riguarda l’affidabilità dei clienti: le somme che verrebbero trasferite da una banca all’altra avrebbero un’etichetta poco raccomandabile, come a dire “ti passo il denaro che potrebbe essere frutto di riciclaggio, anche se non ne ho prove sufficienti”.
Inoltre, se alcune banche potrebbero giustamente avanzare dei dubbi circa il loro nuovo cliente, altre invece potrebbero soprassedere, pur di avere nuova liquidità in un momento così complicato. Che fine fanno allora i controlli anti-riciclaggio?
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